Mons. Vegliò: il turismo, opportunità per avvicinare culture differenti e mezzo
di evangelizzazione
Il turismo è una grande opportunità di avvicinamento di culture e popoli differenti,
ma anche un’irripetibile occasione di dialogo e conoscenza e può diventare un utile
strumento di evangelizzazione. Questo il messaggio del presidente del Pontificio Consiglio
per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, mons. Antonio Maria Vegliò, pronunciato
oggi a Venezia nel corso dell’incontro “Turismo e avvicinamento delle culture”, che
approfondisce i temi della Giornata del Turismo 2011, celebrata a settembre. Il servizio
di Roberta Barbi:
Il viaggio
come mezzo attraverso il quale incontrare l’altro ed entrare in contatto con culture
diverse, farne esperienza e superare, così, il timore dell’ignoto. Da qui è partita
la riflessione proposta oggi da mons. Vegliò alla platea di Venezia, città universalmente
riconosciuta come crocevia di culture e quindi cornice ideale dell’incontro “Turismo
e avvicinamento delle culture”. L’arcivescovo ha sottolineato come il turismo negli
ultimi anni sia diventato sempre più “democratico” e accessibile e come possa essere
un’arricchente esperienza di dialogo: “La prima condizione”, però, “è saper ascoltare,
voler essere interpellati dall’altro e desiderosi di scoprire il messaggio” che si
cela in ciascun monumento, in ogni manifestazione culturale, senza pregiudizi né esclusioni,
perché saper viaggiare è anche saper accogliere. A questo proposito, il presule distingue
fra tre tipi di atteggiamento che il turista può adottare: il primo è quello del totale
isolamento dalla cultura circostante, che trasforma il viaggio in un’esperienza che
non dona nulla; la seconda modalità è quella dell’avvicinamento superficiale che a
volte sfocia nella generazione di una sottocultura che avvilisce sia il turista sia
la comunità che l’accoglie. Infine c’è l’atteggiamento di chi è attento alla cultura
del luogo e all’incontro con le comunità. Il presidente del dicastero ha poi tracciato
gli obiettivi futuri della Pastorale del turismo: la valorizzazione delle opere d’arte
che da sempre costituiscono un’autentica “biblia pauperum”, l’elaborazione di nuovi
itinerari che affianchino la proposta religiosa a quella culturale e la formazione
spirituale delle guide, viatico di una nuova evangelizzazione. Questa la sfida che
la Chiesa deve vincere nella Giornata Mondiale del Turismo, cui la Santa Sede partecipa
fin dalla prima edizione, nel 1980.