In Pakistan tolto il divieto alla parola “Gesù Cristo” negli sms
Il caso è chiuso: la parola Gesù Cristo potrà essere scritta negli sms inviati dai
cellulari pakistani perché cancellata definitivamente dall’elenco dei nomi proibiti
che a breve sarà distribuito alle compagnie telefoniche del Paese. Decisivo in questo
senso è stato l’intervento del ministro dell’Armonia, il cattolico Akram Gill, che
ne ha parlato direttamente con il presidente dell’Autorità pakistana per le Telecomunicazioni,
sottolineando come la misura avrebbe danneggiato la costruzione di un clima di serena
convivenza interreligiosa in Pakistan. La notizia era stata diffusa un paio di giorni
fa: tra le 1600 parole bandite nei messaggini e bloccate, entro sette giorni, dalle
autorità competenti nell’intento di tutelare le menti dei giovani, compariva anche
Gesù. Immediata la reazione della Conferenza episcopale locale che ha chiesto ufficialmente
cosa ci fosse di osceno nel nome di Cristo e ha denunciato l’aperta violazione del
diritto di evangelizzare e professare la propria fede, sancito anche dalla Costituzione
pakistana. Una deliberata violazione del diritto alla libertà di parola e di espressione,
nonché un’evidente intrusione nella privacy dei cittadini è stata denunciata anche
da diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Oggi, infine, la Chiesa
ha espresso alla Fides la propria soddisfazione per “poter continuare l’opera di evangelizzazione
anche servendosi delle nuove tecnologie”. (A cura di Roberta Barbi)