Immigrati-cittadinanza:è polemica dopo le parole di Napolitano. Da Fiuggi interviene
anche la Caritas
Sulle parole di Napolitano si pronuncia anche la Caritas Italiana riunita a Fiuggi
per il convegno annuale. Per il responsabile immigrazione Oliviero Forti, la questione
della cittadinanza è centrale e lo sforzo in corso è quello di portarla all’attenzione
della politica. A Fiuggi oggi anche l’intervento del segretario generale della Cei
mons Crociata che afferma che con la sua pedagogia dei fatti, la Caritas deve essere
costantemente in ascolto delle voci degli uomini e delle donne del nostro tempo. Per
monsignor Nervo, primo direttore dell’organizzazione, dire, come ha fatto Berlusconi,
che i ristoranti sono pieni è un’offesa alla dignità dei poveri. Alessandro Guarasci
: Qui, a Fiuggi, sono
arrivate le Caritas diocesane di tutta Italia. Un vero termometro di come il Paese
sta vivendo la crisi e delle difficoltà che tante famiglie sono costrette ad affrontare
ogni giorno. Il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ribadisce il
ruolo della Caritas nella società italiana: anche l’attenzione al bene comune è carità:
“Una
nuova etica pubblica come indispensabile cornice entro cui le leggi stesse devono
essere fatte e osservate. Bisogna che i cittadini s’impegnino a rispettarle e che
esse siano conformi alle reali esigenze del bene comune e della giustizia”.
Dunque,
da una cittadinanza responsabile potranno venire cittadini capaci di esprimere una
classe politica sempre più attenta alla dignità di ogni persona e alle esigenze della
vita intera di tutti e di ciascuno. Con la crisi, a chiedere aiuto sono non solo immigrati
e fasce più povere. Don Adriano La Regina, responsabile del “Prestito della Speranza”:
“Ci
sono molti ancora in cassa integrazione e quindi le nostre Caritas, gli Uffici diocesani
sul territorio stanno non soltanto monitorando, ma stanno anche intercettando quelle
famiglie che mai avrebbero immaginato di dover ricorrere a un prestito solidale come
il “Prestito della Speranza”. Questo ci dice, da una parte, che la crisi è ancora
pienamente nelle realtà delle famiglie e, dall’altra, la disponibilità da parte degli
Uffici diocesani ad accogliere queste domande, che non sono solo un’erogazione di
un prestito, ma anche un momento di prossimità, di accompagnamento nei riguardi delle
famiglie, che hanno bisogno di essere anche orientate”.
Insomma, una cultura
della carità passa anche attraverso e soprattutto gesti concreti.