Crisi Ue: fiducia al governo Monti. La Grecia sempre sotto controllo
C’è sempre l’economia al centro dell’agenda politica di diversi Paesi, impegnati in
colloqui in sede Ue in merito alle nuove misure anticrisi. L’attenzione di Bruxelles
resta puntata sulla Grecia, mentre oggi parte la missione del premier italiano Mario
Monti per presentare le linee guida del suo esecutivo. Eugenio Bonanata:
Nuovi segnali
di fiducia per il governo Monti che, in queste ore a Bruxelles, incontra i presidenti
della Commissione e del Parlamento Ue, Barroso e Van Rompuy, in vista del trilaterale
di giovedì a Strasburgo con il capo dell’Eliseo Sarkozy e la cancelliera tedesca Merkel.
Crescita e contenimento dei conti pubblici sono le parole chiave. Il nuovo esecutivo
italiano - che ieri ha dato il via libera al decreto su Roma Capitale - rappresenta
un’opportunità di cambiamento per il Paese: lo ha affermato il commissario Ue agli
affari economici, Rehn, dicendosi convinto del fatto che Roma manterrà i suoi impegni.
Sulla stessa linea anche la Banca centrale tedesca, mentre cresce l’attesa sulle proposte
della Commissione sul fronte degli Eurobond che potrebbero sostituire, del tutto o
in parte, i titoli e le obbligazioni nazionali. Intanto, il presidente statunitense
Obama ha ringraziato anche la Grecia per i suoi sforzi. Il premier Papademos prosegue
i suoi colloqui con i partner europei per risolvere il problema delle garanzie scritte,
richieste dai creditori del Paese in vista dello sblocco degli aiuti europei. Da Atene,
invece, i lavoratori privati annunciano una giornata di sciopero il primo dicembre
contro le nuove misure di austerità del governo. In questo quadro, le Borse del Vecchio
Continente proseguono con un andamento altalenante. Mentre dal canto loro, le principali
agenzie di rating hanno deciso di lasciare invariato il giudizio sulla Spagna, nonostante
il nuovo esecutivo dei popolari guidato da Rajoy vincitore della tornata elettorale
di domenica. E le difficoltà di bilancio si fanno sentire anche in Belgio, che resta
senza governo a 527 giorni dalle elezioni. La mancanza di un’intesa sul punto ha spinto
il premier in pectore, il socialista Di Rupo, a rassegnare, ieri sera, le dimissioni
al re Alberto II che oggi ha dato il via a nuove consultazioni.