Convegno Caritas italiana a Fiuggi. Mons. Crociata: cittadini rispettino le leggi,
ma le leggi siano eque
Con la sua pedagogia dei fatti, la Caritas rappresenta un’esperienza peculiare in
cui si ripropone una modalità insostituibile del processo educativo, quella pratica.
Lo ha detto mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcoplae
italiana (Cei), intervenendo al Convegno annuale della Caritas italiana in corso a
Fiuggi. Per monsignor Mariano Crociata, poi, educare alla carità significa educare
a una visione politica radicalmente alternativa a quella che oggi domina nella nostra
cultura e tra gli stessi cristiani. Alessandro Guarasci:
Qui, a Fiuggi,
sono arrivate le Caritas diocesane di tutta Italia. Un vero termometro di come il
Paese sta vivendo la crisi e delle difficoltà che tante famiglie sono costrette ad
affrontare ogni giorno. Il segretario generale della Cei, mons. Mariano
Crociata, ribadisce il ruolo della Caritas nella società italiana: anche
l’attenzione al bene comune è carità:
“Una nuova etica pubblica come
indispensabile cornice entro cui le leggi stesse devono essere fatte e osservate.
Bisogna che i cittadini s’impegnino a rispettarle e che esse siano conformi alle reali
esigenze del bene comune e della giustizia”.
Dunque, da una cittadinanza
responsabile potranno venire cittadini capaci di esprimere una classe politica sempre
più attenta alla dignità di ogni persona e alle esigenze della vita intera di tutti
e di ciascuno. Con la crisi, a chiedere aiuto sono non solo immigrati e fasce più
povere. Don Adriano La Regina, responsabile del “Prestito della
Speranza”:
“Ci sono molti ancora in cassa integrazione e quindi le nostre
Caritas, gli Uffici diocesani sul territorio stanno non soltanto monitorando, ma stanno
anche intercettando quelle famiglie che mai avrebbero immaginato di dover ricorrere
a un prestito solidale come il “Prestito della Speranza”. Questo ci dice, da una parte,
che la crisi è ancora pienamente nelle realtà delle famiglie e, dall’altra, la disponibilità
da parte degli Uffici diocesani ad accogliere queste domande, che non sono solo un’erogazione
di un prestito, ma anche un momento di prossimità, di accompagnamento nei riguardi
delle famiglie, che hanno bisogno di essere anche orientate”.
Insomma,
una cultura della carità passa anche attraverso e soprattutto gesti concreti.