Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Mons. Nozza: l'azione della Chiesa contro
la crisi
“La Chiesa che educa servendo carità”. Questo il titolo del 35.mo convegno nazionale
delle Caritas diocesane, che si apre oggi pomeriggio, a Fiuggi. L’evento, che proseguirà
fino a mercoledì, è promosso in occasione del 40.mo anniversario della nascita di
"Caritas Italiana". Sul valore dell’appuntamento di Fiuggi, Eugenio Bonanata,
ha intervistato mons. Vittorio Nozza, direttore dell’organismo caritativo:
R. – Questo
patrimonio si colloca ultimamente, soprattutto in questo ultimo decennio, in un contesto
piuttosto pesante dettato anche dalla crisi economico-finanziaria che sta attanagliando
il mondo intero e in modo particolare, poi, anche i nostri contesti e i nostri territori.
Quindi, diventa un po’ più difficile poter intercettare i bisogni e soprattutto saper
trovare anche strumenti, forme, servizi e operatività diverse rispetto a quelle finora
promosse e attivate sul territorio nazionale.
D. - In questo momento
qual è il ruolo delle diocesi e delle parrocchie?
R. - In questi ultimi
quattro anni le diocesi, le comunità parrocchiali, sono state provocate a trovare
strumenti nuovi, quali il microcredito, la ricerca di abitazioni, l’attivazione di
sostegni alle persone, alle famiglie - in modo particolare perché i figli potessero
avere garantita la scuola. C’è poi l’azione attraverso gli strumenti delle carte prepagate,
che prevede delle possibilità di acquisto dignitoso presso gli empori attivati dalle
caritas diocesane. C’è da dire che ben 806 nuove forme attivate da 193 caritas diocesane
in Italia stanno rispondendo in forma nuova, con strumenti nuovi, alle "provocazioni"
che vengono soprattutto dalla crisi economico-finanziaria che ha intaccato e sta intaccando
non il singolo ma interi nuclei familiari.
D. – La crisi colpisce anche
i giovani; molti hanno smesso di studiare e di cercare lavoro…
R. –
Questa cosa preoccupa moltissimo. Significa che coloro che dovrebbero essere e costruire
il futuro sono messi nella non condizione di prepararsi opportunamente - poiché poi
viene chiesta una competenza, non solo in Italia ma anche sul piano europeo - e non
hanno neanche un minimo di opportunità lavorative. Nello stesso tempo, quello che
è più pesante, stanno spegnendo questo desiderio di futuro. Di conseguenza si tratta
di non abbandonare mondi giovanili di questo tipo ma di mantenere alta la motivazione
di trovare anche solo opportunità lavorative, perché a partire da questo ci si auguri
che nel futuro, negli anni a venire, si creino opportunità più solide e quindi costruttrici
di futuro anche sotto la responsabilità di ciascuno.
D. – Giovedì, l’udienza
con Benedetto XVI: come vivete l'attesa a questo appuntamento?
R. –
Sarà un momento per noi importante, proprio perché di decennio in decennio la parola,
il Magistero del Sommo Pontefice, ci ha sempre consegnato spunti di memoria legati
all’istituzione di questo organismo pastorale, la Caritas, e impegni di fedeltà proprio
per aprire porte, finestre, cammini, nel futuro. Questo ci invoglia a continuare intensificando
la testimonianza della carità come nucleo centrale del cammino del cristiano e della
vita della Chiesa. (bf)