Mons. Barthélemy Adoukonou: evangelizzare la famiglia in Africa
Questa mattina, prima di uscire dalla nunziatura a Cotonou, il Papa ha incontrato
la famiglia di mons. Barthélemy Adoukonou, il prelato beninese al seguito del Papa
e segretario del Pontificio Consiglio della Cultura. Mons. Adoukonou, ricordiamo,
ha fatto la sua tesi di dottorato incentrata sul dialogo tra la Chiesa e le tradizioni
africane con l’allora prof. Ratzinger. Durante l’incontro di stamane, la famiglia
Adoukonu ha donato al Papa le sedie di un salotto scolpite nel legno più duro africano,
simile a quelle che il cardinale Gantin aveva a casa a Roma e che quindi il Papa conosce
bene. Sul significato della visita del Papa in Benin Massimiliano Menichetti ha intervistato
lo stesso mons. Barthélemy Adoukonou:
R. – Per
il Benin significa una grande speranza perché dopo il secondo Sinodo sull’Africa il
Papa parlando dell’Africa l’ha definita il “polmone” dell’umanità.
D.
- Il secondo Sinodo dei vescovi per l’Africa si è mosso sull’architrave giustizia-pace-riconciliazione:
trasversalmente questi valori abbracciano anche la famiglia che in Africa ha un’accezione
tutta particolare…
R. – Assolutamente, perché la famiglia da noi non
è soltanto la famiglia “nucleare”, la famiglia cristiana composta dall’uomo, la donna
e i figli: da noi la famiglia è molto più larga, cioè suppone il riferimento all’antenato
e tutta una ritualità dove c’è anche la questione di conservare la memoria della comunità.
D.
- Una delle sfide è proprio quella di conservare la memoria senza ricadere però nei
riti magici, nel “vudu” che in Benin sono presenti…
R. – Come esiste
il culto dei santi così per noi c’è il bisogno di salvare la memoria dei nostri antenati
e distinguere questo dal “vudu”, questo è l’impegno serio dei cristiani e si fa tramite
la famiglia che, come dice Concilio Vaticano II, è “Chiesa domestica”. Questa “Chiesa
domestica” deve essere il ponte per raggiungere la famiglia larga africana e c’è un
grande lavoro da fare. Se non lo si fa, allora c’è il pericolo che il cristianesimo
e la famiglia nucleare cristiana tornino alla vecchia famiglia africana, che è l’origine
di tanti sincretismi. La Chiesa in Africa passando attraverso la “Chiesa domestica”,
che è la famiglia nucleare, deve fare un lavoro immenso di evangelizzazione della
famiglia larga. (bf)