2011-11-20 15:27:41

Giornata mondiale dell’infanzia: diritti dei bambini calpestati, primo fra tutti il diritto alla vita


Si celebra questa domenica la Giornata mondiale dell’infanzia, che ricorda i ventidue anni dall’approvazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia delle Nazioni Unite. Per l’occasione l’Unicef ha rinnovato in Italia la campagna “Io come Tu. Mai nemici per la pelle”, contro ogni discriminazione. Sull’iniziativa e sul significato di questa giornata Michele Raviart ha intervistato Roberto Salvan, direttore generale di Unicef-Italia:RealAudioMP3

R. – L’argomento principale è una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica, delle famiglie, delle istituzioni al tema della non discriminazione nei confronti di ragazzi che provengono da altri Paesi. Dall’indagine che abbiamo compiuto su un campione abbastanza diffuso, i fatti di discriminazione vengono annotati da almeno metà dei ragazzi, e il luogo in cui più frequentemente avvengono queste discriminazioni – legate alla razza, al colore della pelle – è soprattutto la scuola. E questo è un fenomeno che è sotto gli occhi dei ragazzi stessi, degli insegnanti, e c’è una certa difficoltà a limitarlo, perché è prima di tutto una questione culturale.

D. – Questa giornata celebra la Convenzione dei diritti dell’Infanzia del 1989. Quali sono i diritti più a rischio, oggi?

R. – Prima di tutto, il diritto alla vita. Ci sono ancora sette milioni e 600 milioni di bambini nella fascia di età tra gli zero ed i cinque anni che muoiono a causa di malattie facilmente prevenibili. Questo è lo scandalo che l’opinione pubblica a livello globale deve in qualche modo affrontare col sostegno alla cooperazione internazionale. Poi, oltre 70 milioni di bambini e di bambine sono al di fuori dell’istruzione e noi sappiamo quanto importante sia partecipare direttamente alla scuola, accrescere la propria cultura, poter dare il proprio contributo da adulto al proprio Paese.

D. – In quali parti del mondo la situazione dei minori è più critica?

R. – Se guardiamo ai dati della mortalità, certamente l’Africa è il continente che maggiormente soffre di questa situazione. Poi, in certe realtà sociali, in certi Paesi le bambine vengono ulteriormente discriminate.

D. - Quali sono gli impegni presi dalla comunità internazionale?

R. – Gli impegni presi sono legati agli obiettivi di sviluppo del millennio. Certamente, nel 2015 alcuni saranno disattesi: pensiamo solo alla questione dell’acqua, dell’ambiente. I cambiamenti climatici stanno creando in molte parti del mondo situazioni di grave crisi: pensiamo al Corno d’Africa, dove non piove, i cereali sono aumentati di prezzo, dove centinaia di migliaia di persone si spostano dal proprio villaggio per cercare di trovare risorse.

D. – Fino all’anno scorso, gli Stati Uniti erano tra i pochi Paesi a non aver ratificato la Convenzione dei diritti dell’Infanzia dell’Onu. A che punto è la situazione?

R. – C’è stato un passaggio in avanti. Formalmente non è stata ancora ratificata, ma ci auguriamo che questo ciclo di approvazione possa avvenire quanto prima. Questi sono impegni che Obama ha assunto nei confronti delle Nazioni Unite. La Convenzione rimane ancora, purtroppo, un documento scritto, e non è pratica vissuta nelle politiche sociali ed economiche di ciascun Paese. L’Unicef chiede a tutti i Paesi e alle istituzioni di fare maggiore attenzione ai diritti dei bambini e ovviamente, a livello globale, di individuare maggiori risorse focalizzate sulla riduzione della mortalità, sul diritto all’istruzione, sul diritto ad avere una famiglia e a non essere in alcun modo discriminato. (gf)







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