Sintesi dell'Esortazione Apostolica post-sinodale Africae Munus
L'Esortazione Apostolica Postsinodale Africae Munus (L’impegno dell’Africa) è
il documento redatto da Benedetto XVI sulla base delle 57 Proposizioni finali del
secondo Sinodo speciale per l'Africa, svoltosi nell'ottobre 2009 e dedicato al tema
della riconciliazione, giustizia e pace. Il documento pontificio è diviso in due
parti:nella prima, esamina le strutture portanti della missione ecclesiale
nel continente, che ha l'obiettivo di giungere alla riconciliazione, alla giustizia
e alla pace, guardando soprattutto all'evangelizzazione; nella seconda, sono
indicati i campi di apostolato della Chiesa, in particolare nei settori dell'educazione,
della salute e dei mezzi di comunicazione sociale. Su tutto predomina la speranza:
consapevole del patrimonio intellettuale, culturale e religioso del continente, ma
anche delle sfide attuali che l’Africa deve affrontare, il Papa incoraggia il continente
ad accogliere sempre più Cristo, emancipandosi da ciò che la paralizza e trovando
in se stessa le forze per rilanciare la propria vita e la propria storia.
Questa
Esortazione Apostolica è collegata con:
l’Esortazione Apostolica
Postsinodale Ecclesia in Africa, pubblicata nel 1995 in seguito al primo Sinodo
speciale per l’Africa. Da essa riprende soprattutto l’idea di Chiesa famiglia di Dio
l’Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum
Domini, pubblicata nel 2010 in seguito al Sinodo generale sulla Parola di Dio.
Da essa riprende l’importanza dell’apostolato biblico.
i
Lineamenta per il Sinodo generale sulla Nuova Evangelizzazione che si svolgerà
nel 2012, poiché rafforza il dinamismo ecclesiale della Chiesa africana, indicandole
anche il programma di attività pastorale per i prossimi decenni di evangelizzazione.
PRIMA PARTE: Le strutture portanti della missione ecclesiale
in Africa
Partendo dal presupposto che "l'Africa
ha bisogno di sentire la voci di Cristo che proclama oggi l'amore per l'altro, anche
per il nemico" (AM 13), l'Esortazione Apostolica invita alla riconciliazione con Dio
e con il prossimo, via necessaria alla pace. È importante, quindi, la purificazione
interiore dell'uomo, l'offerta e l'accoglienza del perdono che permettono di ritrovare
l'armonia tra le famiglie. Fermo restando, però, che i responsabili dei crimini devono
essere ricercati e messi davanti alle loro responsabilità, per evitare il ripetersi
dei loro reati.
Il Papa sottolinea, poi, che sebbene la costruzione di un
ordine sociale giusto competa alla sfera politica, la Chiesa ha però il dovere di
formare le coscienze degli uomini e delle donne, educandoli alla giustizia divina:
fondata sull'amore, essa arriva fino al dono di sé per i fratelli e va oltre quel
minimo che la giustizia umana esige. Vivere la giustizia di Cristo significa, allora,
adoperarsi per porre fine alla confisca dei beni a scapito di popoli interi, definita
inaccettabile e immorale (AM 24), guardare alla sussidiarietà, alla solidarietà e
alla carità, nella logica delle Beatitudini. Per questo, "un'attenzione preferenziale
deve essere riservata al povero, all'affamato, al malato, al prigioniero, al migrante,
al rifugiato o allo sfollato" (AM 27). La Chiesa contribuisce a formare una nuova
Africa, facendosi eco "del grido silenzioso degli innocenti perseguitati o dei popoli
i cui governanti ipotecano il presente e il futuro in nome di interessi personali"
(AM 30).
Ma quali sono i campi d'azione in cui mettere in pratica tutto
ciò? L'Esortazione Apostolica indica innanzitutto la catechesi non solo studiata,
ma anche vissuta nella vita personale, familiare e sociale; il discernimento
approfondito dei riti tradizionali locali, soprattutto quelli legati alla riconciliazione,
per evidenziarne gli aspetti che aiutano o ostacolano l'inculturazione del Vangelo;
infine la promozione di una nuova fraternità contrapposta al tribalismo, al
razzismo e all'etnocentrismo.
Particolare difesa e protezione il Papa la chiede
per: - la famiglia, perché - di fronte a minacce come la distorsione della
nozione di matrimonio, la svalutazione della maternità, la banalizzazione dell’aborto,
la facilitazione del divorzio e il relativismo di una "nuova etica" - diventi "chiesa
domestica", capace di portare pace ed armonia nella società. Tra l'altro, la venerazione
ed il rispetto che l'Africa ha nei confronti degli anziani può ispirare l'Occidente
come esempio di stabilità ed ordine sociale. - le donne, che hanno un compito
insostituibile nella società e nella Chiesa. Gli atti di violenza contro di loro siano
combattuti, denunciati e condannati da tutti i cristiani. - i bambini, dono
di Dio, fonte di speranza e di rinnovamento, spesso al centro di casi intollerabili
e deplorevoli come i bambini-soldati, i prigionieri, quelli costretti a lavorare,
i maltrattati a causa della loro disabilità, quelli considerati stregoni, i discriminati
perché albini, quelli venduti come schiavi sessuali. - la vita: la Chiesa
si oppone all'aborto, alla droga, all'alcolismo; è in prima linea nell'affrontare
le pandemie della malaria, della tubercolosi, dell'Aids che esige una risposta medica,
farmaceutica, ma soprattutto etica, ovvero una prevenzione efficace basata sull'astinenza
sessuale, sul rifiuto della promiscuità sessuale e sulla fedeltà coniugale, in nome
di un'antropologia fondata sul diritto naturale e sulla Parola di Dio. Fondamentale
anche debellare l'analfabetismo, flagello pari alla morte sociale, ed eliminare la
pena capitale.
L'Esortazione Apostolica sottolinea, inoltre, che l'Africa
ha bisogno del buon governo degli Stati, che si esprime nel rispetto
delle Costituzioni, delle elezioni libere, di sistemi giudiziari indipendenti, di
amministrazioni trasparenti e non tentate dalla corruzione. Fondamentale anche lo
sfruttamento delle materie prime in nome del bene comune; il rispetto dei beni
essenziali come l'acqua e la terra; la globalizzazione della solidarietà che
include "il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità"
(AM 86); l'attenzione, anche a livello internazionale, del fenomeno delle migrazioni,
che spesso nasce dalla povertà dovuta a mancanze nella gestione pubblica. Alla ricerca
di una libertà più grande, i migranti, i profughi ed i rifugiati incontrano, al contrario,
violenza, sfruttamento, prigione, morte, leggi repressive. E invece della compassione
e della solidarietà, si innescano reazioni di xenofobia e razzismo.
Centrale
l’attenzione che il Papa dà al tema del dialogo, che deve essere: -
ecumenico, perché un cristianesimo diviso desta scandalo. L’invito è anche
a fondare nuove associazioni ecumeniche che intraprendano opere di carità e proteggano
il patrimonio religioso di fronte all’espandersi delle chiese autoctone africane,
dei movimenti sincretisti e delle sètte che spesso seducono sia i responsabili politici
che i fedeli delle parrocchie. - interreligioso che si declina da una parte
con le religioni tradizionali africane - per cogliere ciò che in esse è conforme
al Vangelo e ciò che attiene, invece, alla stregoneria – dall’altra con l’Islam:
in alcuni Paesi africani esso può presentarsi con aggressività, ma il Papa ribadisce
l’importanza di perseverare nella stima verso i musulmani, anch’essi monoteisti come
i cristiani, e sottolinea la disponibilità al dialogo nel rispetto della libertà religiosa
e di coscienza.
SECONDA PARTE: I campi di apostolato della Chiesa
Il
Papa si rivolge in modo diretto a:
- vescovi: sono invitati alla santità
della vita, all’unità con il Successore di Pietro, alla comunione con i presbiteri.
Devono resistere alla tentazione del nazionalismo e devono impegnarsi nell’educazione
dei laici. Le diocesi devono essere “modelli quanto al comportamento delle persone,
alla trasparenza e alla buona gestione finanziaria” (AM 104) - sacerdoti:
devono offrire una vita esemplare nel celibato e nel distacco dai beni materiali,
superando le frontiere tribali e razziali e senza cadere nella tentazione di diventare
guide politiche o operatori sociali - seminaristi: sono chiamati a prepararsi
al sacerdozio dal punto di vista teologico e spirituale, in ambienti propizi anche
per una loro crescita psicologica ed umana, facendosi apostoli dei giovani -
laici: devono vivere la santità nel mondo, dimostrando che il lavoro, prima di
essere un mezzo di profitto, è il luogo della realizzazione personale e del servizio
al prossimo. Per chi opera in campo politico, economico, culturale e sociale, è inoltre
fondamentale la conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa. - diaconi,
persone consacrate e catechisti: il Papa insiste sulla loro formazione permanente,
sul loro essere modelli di vita cristiana e sulla loro testimonianza di vita affidata
a Dio e dedita al prossimo - scuole, università e istituzioni cattoliche:
devono tessere nella società legami di pace e di armonia; ricercare la Verità che
trascende la misura umana; contribuire a sviluppare la teologia africana, mantenendo
la loro identità cattolica e promuovendone l’inculturazione. - istituzioni
sanitarie cattoliche: in ogni malato, la Chiesa vede un membro sofferente del
Corpo di Cristo. Il suo impegno contro le malattie sarà quindi fedele al suo insegnamento
etico e alla difesa della vita. I fondi devono essere gestiti in modo trasparente
e devono servire soprattutto al bene dei malati. I piccoli dispensari, che assicurano
cure di primo soccorso, vanno moltiplicati. - mezzi di comunicazione: la
Chiesa deve essere presente nei mass media in modo più numeroso e più coordinato,
guardando anche alle nuove tecnologie, poiché essi sono strumenti di evangelizzazione
e di formazione dei popoli africani alla riconciliazione, giustizia e pace.
L’Esortazione
Apostolica si sofferma poi sull’importanza dell’evangelizzazione, intesa sia
come missio ad gentes, ovvero come il portare la Buona Novella alle persone
che non la conoscono ancora, sia come nuova evangelizzazione, ovvero verso
coloro che non seguono più la prassi cristiana anche al di fuori dei confini africani,
nei Paesi più secolarizzati.
PROPOSTE OPERATIVE:
Riprendendo
alcune Proposizioni finali del Sinodo, l’Esortazione Apostolica indica alcune proposte
operative per favorire la riconciliazione, la giustizia e la pace nel continente:
-
incrementare la lectio divina e l’apostolato biblico, poiché la Parola di Dio rigenera
la comunione fraterna. - celebrare un Congresso eucaristico continentale, poiché
l’Eucaristia stabilisce una nuova fraternità che supera lingue, culture, etnie, tribalismo,
razzismo ed etnocentrismo. - le Chiese particolari africane suggeriscano nuovi
candidati alla canonizzazione, perché i Santi sono fautori esemplari della giustizia
ed apostoli della pace - i vescovi sostengano il SECAM (Simposio delle Conferenze
episcopali dell’Africa e del Madagascar), struttura di solidarietà e di comunione
ecclesiale a livello continentale - ogni anno, i Paesi africani sono incoraggiati
a celebrare un giorno o una settimana di riconciliazione, particolarmente durante
l’Avvento o la Quaresima - in accordo con la Santa Sede, il SECAM potrà contribuire
alla realizzazione di un “Anno della riconciliazione” di tutto il continente.
CONCLUSIONE L’Esortazione
Apostolica si conclude con un forte accento sulla speranza: il Papa affida all’intercessione
della Beata Vergine Maria il cammino dell’evangelizzazione del continente perché “ciascuno
diventi sempre più apostolo della riconciliazione, della giustizia e della pace” e
perché la Chiesa in Africa possa essere “uno dei polmoni spirituali dell’umanità”.