L'Esortazione Apostolica Postsinodale Africae Munus, firmata dal Papa a Ouidah,
raccoglie quanto emerso dal secondo Sinodo speciale per l'Africa, svoltosi nell'ottobre
2009 e dedicato al tema della riconciliazione, giustizia e pace. Sui contenuti del
documento, ascoltiamo il servizio di Isabella Piro:
Indicare
il programma dell’attività pastorale e della nuova evangelizzazione dell’Africa nei
prossimi decenni, sottolineando la necessità di riconciliazione, giustizia e pace.
È questo l’obiettivo dell’Africae Munus. Suddiviso in due parti, più un’introduzione
ed una conclusione, il documento siglato da Benedetto XVI è fortemente contestualizzato.
Consapevole delle ricchezze materiali, culturali e spirituali dell’Africa, il Papa
non tralascia le tante e drammatiche sfide che il continente deve affrontare in molti
settori: sanità, politica, economia, ecologia, società. Ma il tono che predomina è
quello della speranza e il Pontefice guarda all’Africa come ad un grande “polmone
spirituale” per tutta l’umanità.
Nella prima parte dell’Esortazione,
prevale il concetto di giustizia divina, più ampia di quella umana perché basata sull’amore
e sul dono di sé. Sotto questo fondamentale principio, rientra l’idea della purificazione
e del perdono, anche se – scrive il Papa - i responsabili dei crimini devono essere
ricercati e messi davanti alle loro responsabilità, per evitare il ripetersi dei loro
reati. E ancora: la difesa della famiglia che deve diventare sempre più “chiesa domestica”
e deve essere tutelata da nozioni distorte del matrimonio, dai divorzi facili, dalla
banalizzazione della maternità. I bambini non siano trattati in modo intollerabile
e deplorevole, gli anziani siano rispettati, ogni cristiano combatta e denunci le
violenze sulle donne. La vita nella sua totalità, ribadisce il Papa, va difesa: per
questo la Chiesa dice no alla pena di morte, all’aborto, alla droga, all'alcolismo,
all’analfabetismo, fenomeno pari alla morte sociale. La Chiesa è in prima linea nell'affrontare
le pandemie della malaria, della tubercolosi e dell'Aids: quest’ultima esige una risposta
soprattutto etica, una prevenzione efficace basata sull'astinenza sessuale, sul rifiuto
della promiscuità sessuale e sulla fedeltà coniugale.
Anche gli Stati,
naturalmente, devono fare la loro parte: l’Esortazione apostolica ricorda che l’Africa
ha bisogno di buoni governi che rispettino le Costituzioni, garantiscano elezioni
libere, siano amministratori trasparenti ed incorrotti, sfruttino le risorse del Paese
per il bene comune, rivolgano attenzioni al fenomeno delle migrazioni, spesso dovuto
alla povertà, e che invece della compassione e della solidarietà, innesca a volte
reazioni di xenofobia e razzismo. Essenziale, quindi un’ottica della globalizzazione
della solidarietà che includa il principio di gratuità.
Fondamentale
poi il dialogo, sia ecumenico, perché un cristianesimo diviso desta scandalo, sia
interreligioso. L’Esortazione Apostolica ribadisce la stima verso l’Islam, monoteista
come il cristianesimo, nel contesto del rispetto della libertà religiosa e di coscienza.
Le religioni tradizionali africane vengono apprezzate per ciò che hanno di conforme
al Vangelo, mentre si richiede il giusto discernimento per i movimenti sincretisti,
le sètte, la stregoneria che oggi conosce una certa recrudescenza.
Nella
seconda parte del documento, Benedetto XVI si rivolge direttamente a chi opera “sul
campo” nel settore dell’apostolato, quindi a vescovi, presbiteri, seminaristi, consacrati.
A tutti viene ricordato il principio dell’unità con il Successore di Pietro e della
comunione reciproca. Il Papa insiste sulla santità di vita, portata avanti nel celibato
e nel distacco dai beni materiali, dai nazionalismi, dai tribalismi. Di qui l’invito
ad una formazione permanente ed una testimonianza di affidamento totale a Dio e di
servizio al prossimo. Ai laici, Benedetto XVI raccomanda di essere modelli di famiglia
cristiana, dimostrando anche che il lavoro, prima di essere un mezzo di profitto,
è il luogo della realizzazione personale e del servizio al prossimo.
Centrale
anche le sfida dell’educazione, della sanità e della comunicazione: le scuole e le
Università cattoliche sono invitate a tessere nella società legami di pace e di armonia,
ricercando la Verità che trascende la misura umana; le istituzioni sanitarie della
Chiesa lottino sì contro le malattie, ma siano fedeli agli insegnamenti etici a favore
della vita. I mass media cattolici siano più numerosi e più organizzati, poiché rappresentano
un importante strumento di evangelizzazione e di promozione della giustizia e della
pace.
Un capitolo a parte l’Esortazione Apostolica lo dedica all’importanza
dell’evangelizzazione, intesa sia come missio ad gentes, ovvero come il portare la
Buona Novella alle persone che non la conoscono ancora, sia come nuova evangelizzazione,
ovvero verso coloro che non seguono più la prassi cristiana anche al di fuori dei
confini africani, nei Paesi più secolarizzati.
Infine, il Papa indica
alcune proposte operative per favorire la riconciliazione, la giustizia e la pace
nel continente: incrementare la lectio divina e l’apostolato biblico, indire un Congresso
eucaristico continentale, celebrare ogni anno nei Paesi africani un giorno o una settimana
di riconciliazione o anche realizzare un “Anno della riconciliazione” di tutto il
continente, ampliare la schiera dei Santi africani, modelli esemplari di giustizia
ed apostoli della pace.
Nelle pagine conclusive dell’Esortazione, il
Papa affida all’intercessione della Beata Vergine Maria il cammino dell’evangelizzazione
del continente perché la Chiesa in Africa possa essere “uno dei polmoni spirituali
dell’umanità”.