Somalia: aiuti dei Camilliani per far fronte alla carenza di acqua e cibo
Prosegue la fuga di molti somali verso il Kenya in cerca di acqua e cibo. Nella zona
di Wajir, una delle più colpite dalla siccità, i pozzi sono quasi tutti danneggiati.
Le cause – ricorda l’agenzia Fides - sono lo sfruttamento eccessivo e il basso livello
dell’acqua nelle falde. Per arrivare alla prima fonte di acqua pulita, la gente deve
camminare per otto chilometri. La Camillian Task Force, i Missionari Camilliani e
le Ministre degli Infermi di Wajir sono impegnati, con l’aiuto della parrocchia locale,
nella distribuzione di fagioli, riso, mais, olio in 5 villaggi molto poveri della
zona di Garissa. E’ anche prevista l’attivazione di una clinica mobile che favorisca
prevalentemente le visite ai bambini e agli anziani. La situazione in Somalia resta
drammatica. A destare preoccupazione, sono le terribili condizioni delle fasce più
vulnerabili. L’Unicef sottolinea, in particolare, che l’escalation del conflitto nel
Paese sta avendo un drammatico impatto sui bambini. Secondo le fonti delle Nazioni
Unite che monitorano le violazioni dei diritti dei minori, sono almeno 24 i bambini
e ragazzi uccisi durante i combattimenti nel solo mese di ottobre, quasi il doppio
rispetto al numero medio degli altri mesi dell’anno. Preoccupano l’Unicef anche il
reclutamento, l’impiego di minorenni nei combattimenti e gli abusi sessuali. Nel 2011,
riferiscono fonti Onu, sono stati registrati in Somalia oltre 600 arruolamenti di
minorenni e oltre 200 casi di stupro, prevalentemente ai danni di ragazze. (A.L.)