Convegno alla Lateranense sulla Dottrina sociale della Chiesa: interventi di mons.
Toso, Zamagni e mons. Miglio
Giornata conclusiva oggi a Roma per il colloquio annuale di Dottrina sociale della
Chiesa promosso dalla Pontificia Università Lateranense sul tema: “Il ruolo delle
istituzioni alla luce dei principi di sussidiarietà, di poliarchia e di solidarietà”.
Stamani la riflessione si è incentrata sulle sfide che la globalizzazione pone alla
stessa Dottrina Sociale della Chiesa. C’era per noi Benedetta Capelli:
Il paragrafo
67 della Caritas in Veritate e la Nota su finanza e sviluppo pubblicata dal Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace hanno fatto da fili conduttori alla riflessione di mons.
Mario Toso, segretario del dicastero vaticano. Di fronte alla crisi finanziaria globale
che stiamo vivendo, sono testi che rilanciano con forza la costituzione di un’Autorità
Politica Mondiale che non è semplice governance ma forza morale, “principio coordinativo
superiore” che si deve poi tradurre in decisioni concrete indispensabili a raggiungere
il bene comune. Mons. Mario Toso:
“La linea fondamentale
della ‘Caritas in veritate’ è che sollecita tutti a rifarsi all’amore per Gesù Cristo,
a vivere dimorando nell’esperienza di comunione con Gesù Cristo, che è Via, Verità
e Vita per un rinnovamento della cultura, della stessa progettualità della politica,
dell’economia, della finanza e di altri settori dell’attività umana”.
Non
significa mettere in discussione le strutture che ci sono come il Fondo Monetario
Internazionale o la Banca Mondiale ma – ha sottolineato mons. Mario Toso – ripensarle.
Realizzare dunque condizioni finanziarie e monetarie utili alla crescita globale di
tutti i popoli attraverso un recupero del primato della politica sull’economia e la
finanza. Proprio un pensiero alla politica italiana e al coinvolgimento di cattolici
nell’esecutivo è stato rivolto dallo stesso segretario del Pontificio Consiglio Giustizia
e Pace:
“E’ un segnale che denota come chi ha responsabilità pubbliche
mostri una particolare attenzione anche ai soggetti e alle forze cattoliche. Queste
sono reputate all’altezza di partecipare al rinnovamento della politica odierna secondo
i criteri della giustizia e dell’equità, anche secondo la prospettiva della necessità
di una crescita per tutti, in modo particolare per i più giovani”.
A
concludere la mattinata di lavori l’intervento dell’economista Stefano Zamagni
sul tema: “Se vuoi la pace, costruisci istituzioni di pace: la prospettiva economica”:
“Creare
istituzioni che abbiano, nel proprio Dna, la possibilità di generare e di far sviluppare
i germi della pace, istituire ad esempio un Consiglio di sicurezza interno alle Nazioni
Unite che si occupi delle questioni socio-economiche. Il secondo punto è istituire
un’agenzia per le migrazioni mondiali. Terzo punto: bisogna cambiare le regole dell’Organizzazione
mondiale del Commercio in questo senso, consentendo cioè ai Paesi poveri – e purtroppo
ce ne sono ancora molti – di entrare nei mercati dei Paesi avanzati con i loro prodotti
anziché continuare con la politica degli aiuti internazionali che, come sappiamo,
ha generato e genera effetti perversi”.
La Dottrina sociale della Chiesa
appare, quindi, più che mai attuale di fronte alla crisi economica globale, come sottolinea
mons. Arrigo Miglio, presidente del Comitato scientifico e organizzatore
delle Settimane sociali dei cattolici italiani:
“La Dottrina Sociale
della Chiesa offre dei criteri di scelta. Criteri che fanno comunque capo alla dignità
della persona umana, alla centralità dell’uomo e alla famiglia come fondamento per
la costruzione di un vero bene comune della società. La situazione attuale ci può
aiutare a capire come, quando sono stati disattesi questi criteri di fondo, altri
criteri finiscono per schiacciare l’uomo, per distruggere, dividere e creare delle
ingiustizie colossali”.(vv)