Rigore di bilancio, equità, crescita. Monti presenta il programma del nuovo governo.
In serata il voto di fiducia al Senato
Mario Monti nel suo primo discorso al Senato detta l’agenda che il Paese dovrà affrontare
per uscire dalla crisi. Rigore di bilancio, crescita, equità, e riforme che guardano
all’Europa: queste le parole chiave del suo intervento che incassa il plauso di Pd
e Terzo Polo, sostegno anche dal Pdl. Cauta l’Italia dei valori, deluso il leader
di Sel Vendola, mentre dalla Lega nessuna apertura. In serata è atteso il voto di
fiducia al Senato, domani alla Camera. Cecilia Seppia
Per
un commento sul programma di governo, Alessandro Guarasci ha sentito il presidente
delle Forum delle Associazione Familiari, Francesco Belletti:
R. – Il tema
della famiglia intercetta a pieno titolo il tema della crescita, dello sviluppo e
dell’equità. C’è un’emergenza equità nei confronti delle famiglie, delle famiglie
con figli, e c’è anche l’idea che sulla famiglia non si spendano costi socio-assistenziali,
ma si investa per lo sviluppo. Quindi, credo che nell’agenda di questo governo sarà
proprio vitale l’attenzione che si darà alla dimensione familiare, in termini di fisco,
in termini di attenzione ai compiti di cura, in termini di revisione delle tariffe
dei servizi locali.
D. – Monti ha anche parlato di modernizzare le strutture
e l’organizzazione dello Stato. Secondo lei, potranno arrivare benefici anche per
le famiglie da questa modernizzazione?
R. – I sistemi di welfare dovranno diventare
sempre più aperti. Non ci sarà più un settore pubblico che fa tutto e garantisce tutto.
Allora, in questo anche le associazioni di famiglie, le cooperative di famiglie, le
singole famiglie diventano degli attori che coinvolgono e generano bene comune. Quindi,
in questo, secondo me, la modernizzazione, oltre alla semplificazione, oltre all’eliminazione
dei costi, degli sprechi, sarà sicuramente il coinvolgimento di tutti in un progetto
condiviso.
D. – In questi giorni si sta parlando anche di patrimoniale. Berlusconi
ha ribadito che non la vuole. Secondo lei, uno strumento di questo tipo, per affrontare
l’emergenza immediata, può essere utile?
R. – Il 10 per cento della popolazione
nel nostro Paese ha a disposizione il 50 per cento della ricchezza. Quindi, c’è uno
squilibrio, c’è una situazione di difficoltà. Dobbiamo chiedere risorse, sacrifici
soprattutto ai più ricchi. Che questo si chiami patrimoniale, che questo assuma altre
forme, non è semplice dirlo adesso. Dobbiamo, forse, stare molto attenti al tema casa:
se si utilizza un rientro sul bene casa si rischia di colpire quella classe media,
quel ceto medio che ha fatto sacrifici per anni, per diventare proprietario di una
casa, e questo potrebbe generare qualche problema. Ripeto però: il vero nodo è che
ci sia una maggiore partecipazione e chi più ha, abbia la possibilità di dare. (ap)