Il Pastore protestane Jameel Sawan è stato ucciso ieri con tre colpi di pistola a
Karachi: lo conferma all’agenzia Fides Paul Bhatti, Consigliere speciale del Primo
Ministro per gli Affari delle Minoranze religiose e Presidente dell’Apma (“All Pakistan
Minorites Alliance”), la maggiore organizzazione delle minoranze religiose in Pakistan.
Ieri il Pastore stava tornando a casa dopo una liturgia comunitaria, quando è stato
fermato da tre integralisti islamici che, dopo una discussione, lo hanno freddato
con tre colpi di pistola. La polizia di Karachi ha aperto un fascicolo sul delitto
(First Information Report) e ha arrestato i presunti colpevoli. Il Pastore era membro
dell’Apma e lavorava a stretto contatto con Saleem Khokhar, membro dell’assemblea
provinciale e Presidente della sezione Apma in Sindh. Secondo Paul Bhatti “l’omicidio
può essere motivato da rancore religioso, ma vi è anche la pista di una vendetta personale,
a causa di questioni private. In ogni caso si tratta di un omicidio brutale ed esecrabile.
Il governo e la polizia hanno preso opportuni provvedimenti. Facciamo appello a tutti
perché si mantenga la calma e non si alimenti l’odio e l’intolleranza”. Secondo fonti
dell’Apma, Khokhar e il Pastore avevano ricevuto in passato minacce da gruppi radicali
islamici, e avevano anche avvisato le autorità di polizia. L’Apma del Sindh ha segnalato
il caso alle autorità politiche e ha scritto una lettera al governatore, chiedendo
protezione per le minoranze religiose. “Il Sindh è una provincia dove casi del genere
sono sporadici e c’è meno pressione sulle minoranze, rispetto al Punjab” sottolinea
Bhatti a Fides. “Ma, dopo la recente uccisione di quattro medici indù e quest’ultimo
tragico caso, l’attenzione va rafforzata, perché tali episodi intendono creare una
frattura fra le comunità religiose, che noi invece vogliamo avvicinare per creare
armonia nella società”. (R.P.)