2011-11-16 15:07:17

Obama preoccupato per l’economia europea, per Barroso la crisi è sistemica


L’attenzione internazionale resta puntata sull’intero quadro economico europeo. Il capo della Casa Bianca, Obama, dall’Australia, ha espresso profonda preoccupazione. Secondo il presidente della commissione Ue, Barroso la crisi è sistemica e servono misure aggiuntive. Alla plenaria del Parlamento di Strasburgo si è parlato della revisione dei trattati, mentre il leader dell’Eurogruppo Juncker ha proposto una presidenza permanente dell’organismo.

Grecia-governo
In Grecia nelle prossime ore il nuovo governo guidato da Lucas Papademos si presenterà in Parlamento per chiedere la fiducia. La capitale Atene, intanto, è blindata: decide di migliaia di poliziotti presidiano ogni angolo della città per i tre giorni di manifestazioni in memoria della rivolta degli studenti del Politecnico che segnò l’inizio della fine del regime dei colonnelli ed il ritorno della democrazia.

Portogallo-crisi
In Portogallo il ministro degli esteri Portas ha annunciato la prossima chiusura di sette ambasciate che si trovano in Bosnia, Estonia, Lettonia, Lituania, Andorra, Malta e Kenia. La riforma, che farà risparmiare 12 milioni di euro nel corso del 2012, si inserisce nel quadro delle misure di austerità decise dal governo del premier conservatore Coelho in seguito al piano di salvataggio europeo da 78 milioni deciso a maggio scorso.

Usa: prosegue la protesta degli indignati
Negli Stati Uniti circa 300 indignati a Washington hanno marciato verso la Casa Bianca invitando il presidente Obama ad unirsi a loro. Le proteste sono riprese anche a Zuccotti Park, nel cuore di Manhattan, nonostante lo sgombero attuato dalla polizia che ha effettuato anche 200 arresti. Nella zona vige il divieto di accamparsi, una misura imposta da diverse amministrazioni locali. In queste ore manifestazioni e cortei anche all’università di Berkley, dove le forze dell’ordine hanno smantellato le tende piazzate dai dimostranti.

M.O.
Nuovi raid israeliani nel nord della Striscia di Gaza. Un palestinese è rimasto ferito nell’attacco seguito al lancio di due razzi nel sud di Israele. Nella giornata di ieri, il ministero dell'Edilizia israeliano ha annunciato la costruzione di altri 810 alloggi nel settore orientale di Gerusalemme. Dura la condanna da parte dell’Anp, che ha definito il gesto una sfida alla mediazione intrapresa dal Quartetto (Usa, Russia, Ue, Onu) e conferma il fallimento dei negoziati.

Afghanistan
In Afghanistan al via oggi la Loya Jirga, l’assemblea di 2 mila leader tribali in corso a Kabul. Al centro della quattro giorni di lavori c’è il nodo dei negoziati con i talebani – contrari all’appuntamento - e il via libera a un controverso accordo di partnership con gli Usa, in vista del ritiro delle truppe Nato nel 2014. Il presidente Karzai, nel suo intervento, ha ribadito che l’Afghanistan “vuole la propria sovranità nazionale” dettando alcuni paletti a Washington.

Pakistan
In Pakistan proseguono i raid condotti da aerei senza pilota americani. Almeno 18 ribelli hanno perso la vita nelle ultime 24 ore nella zona tribale del Waziristan del Nord. I servizi di Islamabad riferiscono di 5 velivoli coinvolti nell’operazione, lanciando simultaneamente una decina di missili contro due edifici.

Al Qaeda
Per un nuovo video del leader di Al Qaeda al Zawahri. Si tratta di un filmato diffuso da una tv pachistana, in cui si elogia la figura di Bin Laden. Il fondatore della rete terroristica viene indicato come “esempio di dignità e onore”.

Obama in Australia
Accordo di cooperazione militare tra Stati Uniti e Australia annunciato oggi a Canberra dal premier australiano, Gillard, e dal presidente americano, Obama in visita nel paese. L’intesa - che secondo gli analisti potrebbe preoccupare la Cina - prevede lo schieramento di oltre 200 marines nel porto di Darwin, verso il confine con l’Indonesia, in vista di interventi in caso di emergenze umanitarie oppure legate alla sicurezza in tutto il sud est asiatico.

Esecuzioni negli Usa
Due esecuzioni capitali ieri negli Stati Uniti. La autorità dell’Ohio hanno messo a morte un sessantaseienne ritenuto colpevole di aver ucciso nel sonno i suoi tre figli, nel 1982, dopo il divorzio dalla moglie. In Florida, un uomo di 65 anni è entrato nella camera della morte per l'uccisione di tre turisti nel 1989. Salgono così a 41 le vittime per la pena capitale dall'inizio dell'anno negli Usa.

Colombia Farc
Rodrigo Londoño, detto “Timochenko”, è il nuovo comandante delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Lo ha reso noto ieri un comunicato del gruppo guerrigliero. Londoño, 52 anni, succede ad Alfonso Cano, morto durante un recente bombardamento dell'esercito. Come per il suo predecessore, sul nuovo leader pende una taglia degli Usa da cinque milioni di dollari.

Somalia
In Somalia è stato ucciso il capo spirituale degli estremisti islamici di al Shabaab. E’ avvenuto domenica notte in un accampamento del sud del Paese durante un raid dell’esercito regolare. Nell’episodio hanno perso la vita anche altri due leader dell’organizzazione. Intanto, ieri, Israele ha assicurato di voler sostenere il Kenya nella sua battaglia contro i miliziani somali di Al Shabaab.

Liberia-elezioni
Con il 90,7% dei voti, secondo i dati ufficiali, Ellen Johnson Sirleaf, premio Nobel per la pace, è stata rieletta presidente della Liberia. Un esito scontato visto che dal ballottaggio si era ritirato il candidato dell’opposizione Winston Tubman: al primo turno aveva denunciato brogli elettorali.

Kazakhstan-elezioni
Si terranno il 15 e 16 gennaio le elezioni parlamentari in Kazakhstan. Ad annunciarlo il presidente Nazarbaiev che ieri ha sciolto il Parlamento, nel quale 98 seggi su 107 appartengono al suo partito. Una decisione che segue la richiesta di molti deputati per i quali è necessario far partecipare alla corsa elettorale anche l’opposizione. Secondo gli osservatori internazionali nella Repubblica ex sovietica non si sono mai tenute elezioni libere e corrette.

Moldova-elezioni
Elezioni presidenziali rinviate per irregolarità nei documenti dei candidati. Succede in Moldova in occasione della tornata in programma il 18 novembre. Il parlamento ora dove fissare un’altra data. Nella Repubblica ex sovietica, la carica di capo dello Stato è vacante da due anni, perché le forze politiche non riescono ad accordarsi su un candidato capace di ottenere in parlamento il minimo di 61 voti su 101 necessari per l'elezione. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata e Giovanni Cossu)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 320







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