Siria: violenze e 70 morti dopo l’espulsione del Paese dalla Lega Araba
Settantatre persone sono morte ieri nelle violenze in Siria, in una delle giornate
più sanguinose negli otto mesi di rivolta popolare contro il regime del presidente
Assad. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo, con base a Londra.
La maggior parte delle vittime sono per scontri nella città di Daraa, nel sud del
Paese. Dopo l’espulsione dalla Lega Araba, che dovrebbe essere confermata o revocata
nella riunione prevista domani a Rabat, la situazione in Siria è sempre più questione
sul piano internazionale. Il servizio di Fausta Speranza:
Forte del
ribadito sostegno da parte della Russia, il regime siriano risponde alla sospensione
decretata dalla Lega Araba affermando che “non si piegherà” e dicendosi sicuro che
in Siria “non si ripeterà lo scenario libico”. A parlare è stato ieri sera il ministro
degli Esteri di Damasco, Walid al Moualem, mentre Lega Araba, Turchia e Ue alzavano
il tono delle loro condanne della violenta repressione. È intervenuto apertamente
anche re Abdallah di Giordania: primo leader arabo a parlare di dimissioni: “Fossi
nei suoi panni mi dimetterei”, ha detto il sovrano in un'intervista alla Bbc, sollecitando
Assad a dialogare con l'opposizione per aprire una transizione ordinata. E bisogna
riferire che subito dopo una folla di manifestanti pro-regime ha preso d'assalto l'ambasciata
giordana a Damasco. C’è poi l’impegno dell’opposizione siriana che è in visita oggi
a Mosca per tentare di ottenere un riconoscimento dalla Russia. Parliamo del Consiglio
Nazionale Siriano (Cns) formatosi a Istanbul il 2 ottobre, che raggruppa la maggior
parte dei movimenti avversi a Bashar Assad. Il presidente di tale Consiglio incontra
il ministro degli Esteri russo ma anche membri della Duma. Per il momento la Russia
si limita a invitare l'opposizione siriana al dialogo con le autorità di Damasco e
giudica inaccettabile ogni interferenza militare esterna nel conflitto siriano. Resta
da dire che Washington ribadisce: Assad è sempre più isolato, il regime di Damasco
ha ormai perso la sua legittimità a governare e deve lasciare il potere.