2011-11-15 15:26:37

Male le Borse europee, aumenti record del differenziale dei titoli di Stato in tutta l'Eurozona


Borse in calo in tutta l’Eurozona. Piazza Affari non è da meno anche se recupera parte della perdita iniziale. Ma soprattutto i contratti 'credit-default swap' sul debito italiano a cinque anni, che assicurano dal rischio d'insolvenza, hanno segnato un nuovo massimo storico superando i 600 punti. E il premio di rendimento del Btp decennale rispetto al bund tedesco è volato fino a 530 punti, prima di riscendere. Ma è record di spread anche per Francia e Belgio, rispettivamente a 188 e 302 punti. E Spagna che si mantiene oltre i 450 punti. Da parte sua, il presidente dell'Unione Europea, Herman Van Rompuy, in una conferenza stampa a Bruxelles sottolinea che la Commissione europea, il Fondo Monetario Internazionale e la Bce vigileranno “molto da vicino” i progressi di bilancio dell'Italia.

Italia: conclusi incontri politici, Mario Monti prosegue consultazioni con parti sociali
Oggi a Roma è giornata di consultazioni in vista della formazione del governo tecnico. Il presidente del Consiglio incaricato Monti ha completato stamattina gli incontri con le delegazioni delle forze politiche e nel pomeriggio chiuderà le consultazioni ricevendo le parti sociali ed i rappresentanti di donne e giovani. Ieri sera, Mario Monti si è detto è pronto ad accettare che i partiti si tengano fuori dal suo esecutivo ma non ad acconsentire che sul suo governo sia posta una data di scadenza. “Che siano presenti i partiti nel governo non è condizione indispensabile, ma è indispensabile invece un convinto appoggio” al governo. Inoltre, Monti ha voluto sottolineare di non aver mai parlato di “lacrime e sangue” ma piuttosto di “sacrifici” e di necessità di salvaguardare la crescita.

Il Parlamento europeo vieta la speculazione sul debito sovrano
I deputati europei hanno approvato stamane una nuova legislazione per limitare le vendite allo scoperto e il commercio in "credit default swaps" (Cds), un prodotto finanziario utilizzato come assicurazione contro i fallimenti. Le nuove regole europee imporranno maggior trasparenza e vieteranno l'uso di alcune tipologie di Cds, rendendo più difficile la speculazione sul default di un Paese. Il regolamento è una delle legislazioni presentate dalla Commissione per affrontare la crisi finanziaria. Le vendite allo scoperto e i Cds sono due pratiche finanziarie accusate di incrementare l'instabilità dei mercati. In particolare, il commercio in Cds è generalmente considerato come un potenziale fattore di peggioramento della situazione greca e italiana.

Il governo greco chiede domani la fiducia
Il nuovo governo greco di Lucas Papademos si presenterà domani di fronte al Parlamento di Atene per chiedere la fiducia ed avviare così il programma di riforme necessarie al rilancio del Paese. Ieri, di fronte alla grande coalizione che lo sostiene il premier ha illustrato la necessità di rispettare gli impegni di "austerity" presi di fronte ai creditori internazionali, Ue e Fmi, ma anche l’importanza di agire sul fronte dello sviluppo. Il servizio di Stefano Leszczynski.RealAudioMP3

Sarà una sorta di ‘grosse Koalition’ in salsa greca quella che domani dovrebbe concedere la fiducia al nuovo governo del premier Papademos. Ieri, il capo dell’esecutivo ha illustrato in parlamento le priorità del programma che dovrebbe traghettare la Grecia verso la normalità. In gioco vi è innanzitutto la sesta tranche di aiuti da 8 miliardi da incassare entro il 15 dicembre e poi la negoziazione con la "trojka" Ue, Fmi, Bce per il nuovo pacchetto di finanziamenti. Il premier ha quindi illustrato la necessità di portare avanti le riforme strutturali già decise, come l'attuazione della legge che riguarda la “sospensione temporanea dal lavoro” di almeno 30 mila statali, il sistema di retribuzione unificato dei dipendenti pubblici, le privatizzazioni, la liberalizzazione delle professioni sino ad oggi chiuse, con particolare riferimento all'importanza degli investimenti. Il premier, che si è appellato all’unità nazionale, si è soffermato anche sulla necessità di ridurre la spesa pubblica e abolire gli enti statali inutili. Papademos ha voluto anche lanciare un segnale incoraggiante alla popolazione colpita dalle dure misure di austerity dichiarando che hanno carattere temporaneo e che non ve ne saranno di nuove per il biennio 2013-2014. Sull’efficacia del programma di questo esecutivo. l'opinione dell'economista Francesco Carlà:

R. – Quello che cercherà di fare il nuovo primo ministro del nuovo governo sarà di ricostituire un minimo di condizione psicologica del Paese decorosa e di provare a tirare qualche leva per lo sviluppo. Questa seconda cosa in Grecia è piuttosto complicata perché molta parte dello sviluppo in Grecia dipende dall’attività pubblica, dagli sviluppi di progetti pubblici.

D. – A livello psicologico possiamo dire che forse il fatto di annunciare che queste misure di austerity durissime in Grecia sono a termine, cioè che non si ripeteranno per il prossimo biennio, può essere un elemento stabilizzante anche per quanto riguarda l’opinione pubblica greca?

R. – Immagino che questa sia la speranza del governo di larga intesa. Si è detto già molte volte che da questo momento in avanti il problema greco è soprattutto un problema politico più che un problema finanziario. Queste misure potrebbero andare in questa direzione.

Ancora molta violenza in Siria dopo l’espulsione dalla Lega Araba
73 persone sono morte ieri nelle violenze in Siria, in una delle giornate più sanguinose negli otto mesi di rivolta popolare contro il regime del presidente Assad. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo, con base a Londra. La maggior parte delle vittime sono per scontri nella città di Daraa, nel sud del Paese. Dopo l’espulsione dalla Lega Araba, che dovrebbe essere confermata o revocata nella riunione prevista domani a Rabat, la situazione in Siria è sempre più questione sul piano internazionale. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Forte del ribadito sostegno da parte della Russia, il regime siriano risponde alla sospensione decretata dalla Lega Araba affermando che “non si piegherà” e dicendosi sicuro che in Siria “non si ripeterà lo scenario libico”. A parlare è stato ieri sera il ministro degli Esteri di Damasco, Walid al Moualem, mentre Lega Araba, Turchia e Ue alzavano il tono delle loro condanne della violenta repressione. È intervenuto apertamente anche re Abdallah di Giordania: primo leader arabo a parlare di dimissioni: “Fossi nei suoi panni mi dimetterei”, ha detto il sovrano in un'intervista alla Bbc, sollecitando Assad a dialogare con l'opposizione per aprire una transizione ordinata. E bisogna riferire che subito dopo una folla di manifestanti pro-regime ha preso d'assalto l'ambasciata giordana a Damasco. C’è poi l’impegno dell’opposizione siriana che è in visita oggi a Mosca per tentare di ottenere un riconoscimento dalla Russia. Parliamo del Consiglio Nazionale Siriano (Cns) formatosi a Istanbul il 2 ottobre, che raggruppa la maggior parte dei movimenti avversi a Bashar Assad. Il presidente di tale Consiglio incontra il ministro degli Esteri russo ma anche membri della Duma. Per il momento la Russia si limita a invitare l'opposizione siriana al dialogo con le autorità di Damasco e giudica inaccettabile ogni interferenza militare esterna nel conflitto siriano. Resta da dire che Washington ribadisce: Assad è sempre più isolato, il regime di Damasco ha ormai perso la sua legittimità a governare e deve lasciare il potere.

Da domani in Afghanistan la grande Assemblea della Loya Jirga
Al via domani a Kabul in un clima di grande tensione la Loya Jirga, la grande Assemblea nazionale che riunisce oltre duemila rappresentanti tribali dell’Afghanistan. Un evento più volte nel mirino degli attacchi dei talebani e che proprio ieri è stato anche oggetto di due falliti attentati. Tra le questioni in discussione la presenza militare straniera nel Paese e il dialogo tra governo e talebani per cercare di attenuare i toni di un confronto che rasenta oggi la guerra civile. Ma che cosa rappresenta la Loya Jirga nel passato e nel presente dell’Afghanistan? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – La Loya Jirga è una costruzione informale, molto radicata nella storia afghana: era l’assemblea degli anziani delle tribù e delle varie sezioni tribali. Questa istituzione è stata poi “codificata” e formalizzata nel nuovo Afghanistan, dopo la cacciata dei talebani, e funziona come una specie di “camera alta”. Qui si ritrovano non solo capi tribali, ma personaggi autorevoli, molto spesso anche molti amici del governo che vengono inseriti all’interno di questo corpo istituzionale.

D. – Questa riunione della Loya Jirga che ruolo potrà avere nel confronto, che si sta facendo sempre più aspro, con i talebani? I talebani stessi, tra l’altro, annunciano di voler utilizzare questa occasione per azioni non certo pacifiche …

R. – I talebani sfruttano sempre la Loya Jirga per dare grande dimostrazione di essere in grado di attaccare ovunque e quando vogliono loro. Questa volta, la Loya Jirga dovrebbe discutere sia dell’accordo tra Afghanistan e Stati Uniti, in vista del ritiro del 2014, un po’ sul modello di quanto avvenuto con l’Iraq. E dovrebbe anche discutere del modello ventilato dal presidente Karzai, di interrompere le trattative di pace con i talebani, che non vanno da nessuna parte, e di trattare invece direttamente con il governo pakistano, che è visto comunque come uno dei protettori di parte dei talebani.

D. – Il fatto che non solo i talebani, ma gran parte del contesto politico afghano chieda che non siano più presenti forze straniere sul territorio, indica – secondo lei – la nascita di una maturità nuova in Afghanistan?

R. – Temo di no. Credo che sia prevalsa la stanchezza estrema: siamo stanchissimi noi e la comunità internazionale non vede l’ora di potersi ritirare da quel Paese; sono delusi e amareggiati gli afghani, che non hanno avuto la pacificazione, la democrazia che era stata loro promessa; i talebani sembrano sempre più forti anche se in realtà poi sono molto divisi al loro interno, e molti capi politici pensano che, tutto sommato, se si ritireranno gli stranieri si troverà un accordo con i talebani e loro potranno continuare a mantenere parte del loro potere. E chi ci rimetterà, ovviamente, sarà la popolazione. (gf)

Offensiva dell'esercito pakistano nel nord ovest del Paese: uccisi 16 insorti
Almeno 16 militanti islamici sono stati uccisi oggi dall'esercito pakistano nel distretto tribale di Orakzai superiore, nel nord ovest del Paese. I militari hanno bombardato con gli elicotteri sei sospetti nascondigli degli insorti nelle aree di Dabori, Gokamar e Shadala. L’attacco è avvenuto in seguito alla morte di quattro soldati in un'imboscata dei talebani. Nella notte, un drone americano ha ucciso tre ribelli nella regione del Nord Waziristan, vicino alla frontiera afghana, roccaforte di Al Qaeda.

Libia: almeno sette morti in scontri tra tribù e milizie del Cnt
Sono almeno sette i morti negli scontri dei giorni scorsi tra la tribù Wershifanna e le milizie del Cnt, nei pressi della città costiera di Al Zawiya, in Libia. È quanto riporta una reporter della Bbc nel Paese. Lo scontro è avvenuto vicino a un posto di blocco in mano alla tribù che controlla la zona e impedisce i collegamenti tra Al Zawiyah e Tripoli.

Il 24 novembre al Cairo, incontro tra Abu Mazen e Hamas
Il 24 novembre si terrà al Cairo l'incontro fra il presidente palestinese Abu Mazen e il capo dell'Ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal. Ieri, Il premier dell'Anp, Salam Fayyad, ha detto di essere pronto a farsi da parte per favorire la riconciliazione fra le due principali fazioni palestinesi (Hamas e Al Fatah) e dare il via alle elezioni presidenziali e parlamentari.

L’Ucraina e il braccio di ferro con il Fmi
Il premier Mikola Azarov ha affermato che l'Ucraina non riceve finanziamenti dal Fondo monetario internazionale (Fmi) da quasi un anno. Secondo Azarov, il Paese è in grado di affrontare senza aiuti economici anche i prossimi 12 mesi. Il Fmi ha bloccato i finanziamenti a Kiev perché il governo non ha ancora messo in atto le riforme richieste. La decisione di tagliare le pensioni e i sussidi statali per i trattamenti sanitari ha provocato, nei giorni scorsi, manifestazioni di piazza cui hanno partecipato migliaia di persone.

New York: sgomberato il campo "Occupy Wall Street" a Zuccotti Park
La polizia ha sgomberato nella notte (stamani in Italia) l'accampamento del movimento "Occupy Wall Street", a Zuccotti Park, vicino alla sede della Borsa di New York. Oltre settanta le persone arrestate per resistenza. La maggior parte dei dimostranti ha lasciato il campo in modo pacifico. Il Comune e la proprietà del parco hanno giustificato lo sgombero con motivi di sicurezza e igiene. Nei giorni scorsi, i commercianti della zona avevano denunciato la fuga di clienti per i disagi creati dalle proteste. I manifestanti, che occupavano il parco dal 17 settembre, potranno tornare a manifestare a Zuccotti Park, ma senza installare un accampamento.

Seul sospende il volantinaggio di propaganda sulla Corea del Nord
L'esercito della Corea del Sud ha sospeso il lancio di volantini di propaganda sulla Corea del Nord, nel tentativo di migliorare le relazioni con Pyongyang. Dopo 11 anni di moratoria, l'esercito sudcoreano aveva ripreso le operazioni di volantinaggio nel novembre del 2010, dopo il bombardamento da parte del Nord di un'isola sudcoreana nel quale erano morte quattro persone.

La riforma sanitaria voluta da Obama rischia di essere abrogata
La riforma sanitaria americana voluta dal presidente Obama rischia di essere abrogata. La Corte suprema ha dichiarato ammissibili due ricorsi, presentati da diversi soggetti, tra cui 26 Stati dell'Unione, che accusano il governo federale di abuso di potere per aver reso l'assicurazione sanitaria obbligatoria. La massima autorità giudiziaria degli Stati Uniti si pronuncerà non prima di giugno 2012, a 5 mesi dalle elezioni presidenziali.

Rapporto di "Human Rights Watch" sui metodi della polizia in Messico
L'organizzazione "Human Rights Watch" (Hrw) ha presentato il rapporto “Né sicurezza né diritti”, che critica la politica del governo messicano contro i cartelli della droga. Nel documento si legge che “invece di ridurre la violenza” il governo "ha provocato un aumento drammatico dei casi di tortura, omicidio e altre terribili violazioni dei diritti umani". “Tra il 2007 e il 2010 – aggiunge Hrw - il tasso di omicidi è aumentato di oltre il 260%”. La Ong accusa la polizia del Messico di aver partecipato a torture ed esecuzioni extragiudiziali. Il presidente Calderon ha più volte assicurato che il 90% delle vittime del narcotraffico sono “delinquenti”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Giovanni Cossu)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 319







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