Il contributo dei cattolici del Benin per la democrazia in un libro presentato
alla Radio Vaticana
Nell’imminenza del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Benin, è stato presentato
ieri nella Sala Marconi della nostra emittente, il volume “Cattolici d’Africa. La
nascita della democrazia in Benin”, scritto da Susanna Cannelli e pubblicato per i
tipi di “Guerini e Associati”. Alla conferenza hanno preso parte tra gli altri, l’arcivescovo
Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano
e già nunzio in Benin e mons. Barthélemy Adoukonou, beninese, segretario del Pontificio
Consiglio della Cultura. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La Chiesa
del Benin ha dato un contributo fondamentale alla transizione dalla dittatura marxista
alla democrazia: è quanto emerge nel libro di Susanna Cannelli, responsabile della
Comunità di Sant’Egidio per i rapporti con i Paesi dell’Africa occidentale francofona.
Un libro, ha sottolineato lo storico Agostino Giovagnoli, che mostra come il Benin
sia un “modello” per altre transizioni democratiche nel continente africano. L’opera
della Cannelli si sofferma sui dieci giorni che, nel febbraio del 1990, hanno cambiato
la storia del Benin: quelli in cui la Conferenza nazionale, guidata dal vescovo Isidore
de Souza, traghettarono il Paese dalla dittatura alla democrazia, senza spargimento
di sangue. Mons. Adoukonou, beninese, ha messo l’accento sul
contributo di mediazione e coesione offerto dalla Chiesa cattolica in quella delicata
fase:
“Si deve riconoscere che sono i cattolici, nella diversità dei
loro movimenti e associazioni, che hanno tutti contribuito ad assicurare una presenza
della Chiesa cattolica così efficace e credibile nella nazione beninese”.
Fin
già dall’indipendenza, è stata la riflessione del segretario del dicastero della cultura,
la Chiesa ha lavorato per lo sviluppo e la maturazione della coscienza sociale e politica
del Benin, facendo crescere il sostrato culturale del Paese a beneficio di tutta l’Africa:
“L’impegno
sociale della Chiesa ha preparato l’impegno politico: ciò che la Chiesa ha fatto sul
piano sociale, soprattutto nel campo dell’educazione, poco a poco ha reso il Benin
capace di articolare un discorso d’identità personale e d’indipendenza”.
Dal
canto suo, mons. Bertello, che fu nunzio in Benin nel periodo
della transizione, ha voluto ricordare alcune delle figure chiave di quella fase di
passaggio, dal cardinale Bernardin Gantin, legato a Joseph Ratzinger da un rapporto
di grande amicizia, a mons. de Souza:
“Direi che la più bella definizione
di de Souza l’ha data lui stesso in una conferenza stampa, quando gli chiesero con
che animo fosse andato alla Conferenza nazionale. Rispose: 'Sono andato risoluto a
tacere, avendo per bagaglio il buonsenso, confortato dalla mia fede in Cristo e nella
Chiesa'. Non dobbiamo dimenticare questo aspetto della vita di mons. de Souza: la
sua spiritualità”.
L’arcivescovo Bertello ha concluso il suo interevento,
leggendo un passaggio del libro di Susanna Cannelli che sintetizza al meglio il ruolo
che ancora oggi la Chiesa riveste nella vita del Benin:
“La presenza
della Chiesa è una presenza minoritaria, ma fortemente radicata nella società e nelle
vicende complessive del Benin, che continua a godere di un notevole credito presso
le diverse fasce della popolazione: un forte ruolo svolto nei settori dell’alfabetizzazione,
della scolarizzazione e, in generale, in tutto l’ambito educativo; la capacità, messa
in luce dalla vicenda della Conferenza nazionale, di formare una classe politica cattolica
di orientamento democratico”.