Colloquio a Vienna: in Medio Oriente non basta la libertà di culto
Un soddisfacente sviluppo sociale e culturale in Medio Oriente è possibile solo se
i diritti umani, come sanciti dalle Costituzioni, verranno applicati e messi in pratica.
Non basta godere della libertà di culto in Medio Oriente. Ci deve essere completa
libertà di religione e di coscienza, in modo tale che sia possibile per i cristiani
proclamare liberamente la propria fede. Sono alcuni dei punti ribaditi dai partecipanti
al III Colloquium Syriacum che si è svolto a Vienna, dal 9 all’11 novembre scorsi,
su iniziativa del centro di studi per la Cristianità orientale, “Pro Oriente”. Tra
i partecipanti, molti vescovi della tradizione siriaca (caldei, siri ed assiri) dal
Medio Oriente e dall’India, diversi esperti ed osservatori. Durante l’incontro è stato
ribadito che è necessario investire sul ‘dialogo di vita’ per favorire la reciproca
conoscenza ed abbattere così stereotipi e malintesi. “Un buon inizio” di questo dialogo
– è stato ricordato - è “il diffuso desiderio di libertà” come mostrato dalla ‘primavera
araba’, che deve condurre alla piena libertà di coscienza. Non sono mancati riferimenti
anche alla situazione in Iraq e Siria, Paese quest’ultimo in cui vivono molti siro-cristiani.
Ed è proprio a causa della situazione grave in cui versano queste comunità che è stato
deciso di tenere, sempre a Vienna il prossimo dicembre (13-16), una riunione sul tema
“Il futuro dei cristiani in Siria”. Il Colloquium – riferisce l'agenzia Sir - è stato
anche l’occasione per ribadire la necessità di una maggiore cooperazione tra le Chiese
cristiane che può trovare, nella comune tradizione liturgica, un ulteriore momento
di avvicinamento come dimostrato dalle celebrazioni animate dalle Chiese della tradizione
siriaca, la Chiesa assira dell’Est, caldea, siro-ortodossa, siro-cattolica e maronita.
(A.L.)