Usa: appello dei vescovi del Maryland in difesa della libertà religiosa nello Stato
I vescovi del Maryland esortano i cattolici e tutte le persone di buona volontà a
salvaguardare e a difendere la libertà religiosa che è oggi seriamente minacciata
in tutti gli Stati Uniti. L’appello è contenuto in una nota preparata con il contributo
della loro speciale Task Force per la libertà religiosa e intitolata “La proprietà
più sacra: la libertà religiosa e il popolo del Maryland”. “In Maryland e in tutta
la nazione – si legge nel documento ripreso dall’agenzia Cns - stanno aumentando i
tentativi di limitare i diritti degli individui e delle istituzioni a motivo delle
loro convinzioni religiose e la libertà religiosa viene silenziosamente e subdolamente
erosa”. Dopo avere ricordato che il Maryland è storicamente la culla della libertà
religiosa negli Stati Uniti che l’hanno inserita nel 1° emendamento della loro Costituzione,
i vescovi rilevano che essa “non è solo un diritto civile concesso dal nostro governo,
ma è un diritto naturale dovuto ad ogni persona in quanto intrinseco alla dignità
umana”. Essi evidenziano quindi come nella storia del Paese, credenti e gruppi religiosi
siano sempre stati in prima linea nella promozione del bene comune: dalla lotta contro
la schiavitù, alle battaglie per la giustizia razziale, dalla difesa della dignità
dei lavoratori e alla promozione delle pari opportunità per le persone disabili. Oggi,
aggiungono, i gruppi e le organizzazioni religiose sono "i maggiori fornitori di servizi
sociali nel settore privato, tra cui ospedali e strutture sanitarie, scuole, università
e dispensari alimentari”. Il documento elenca quindi una serie di recenti esempi di
violazione della libertà religiosa, a cominciare dai tentativi in atto nel Maryland
di togliere la parola ai consultori pro-life, che nell’ultimo anno hanno subito ben
tre richiami per non avere fornito servizi o indirizzi per abortire. I vescovi citano
poi le iniziative volte a limitare la libertà di coscienza degli operatori sanitari
e delle strutture che si oppongono all'aborto. Gli ospedali cattolici – denunciano
- sono sotto accusa, perché rifiutano di praticare aborti e fornire contraccettivi
di emergenza in linea con i propri principi religiosi. La nota ricorda quindi il controverso
regolamento del Dipartimento per la salute americano (Hhs) che rende obbligatoria,
in tutti i piani assicurativi sanitari privati, la copertura della sterilizzazione
chirurgica e della prescrizione di contraccettivi, intesi come servizi di prevenzione
per le donne. Il problema – denunciano i presuli - è che non è prevista alcuna deroga
per la Chiesa cattolica o altri gruppi religiosi. Essi menzionano infine i continui
attacchi in atto in diversi Stati, compreso il Maryland, al matrimonio tradizionale
quale unione tra un uomo e una donna. Il documento conclude quindi con un invito ai
fedeli cattolici a difendere la libertà religiosa con la preghiera, l’educazione e
l’azione e con un appello a tutti i credenti del Maryland “a riaffermare i principi
basilari e fondativi su cui è stata costruita la società americana”. “Tutti – scrivono
in conclusione i vescovi - hanno il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e
di fede religiosa e nessuno dovrebbe essere soggetto a coercizione a causa di questa
fede”. (A cura di Lisa Zengarini)