Nucleare iraniano. Londra non esclude l'opzione militare, ma Berlino frena
Si discute a livello internazionale della situazione relativa all’Iran e ai suoi programmi
nucleari. A riaccendere il dibattito è stato, una settimana fa, il rapporto dell'Agenzia
internazionale per l'energia atomica (Aiea), che ha apertamente dichiarato che l'Iran
potrebbe lavorare allo sviluppo dell'arma atomica. Si parla di sanzioni ma anche di
intervento militare. Il servizio di Fausta Speranza:
Sanzioni,
intervento militare, diplomazia: sono i termini che tornano nel dibattito. Nessuno
caldeggia la scelta militare ma, mentre c’è chi la esclude, c’è chi come la Gran Bretagna
ribadisce che “tutte le opzioni devono restare sul tavolo”. Il ministro degli Esteri,
Hague, afferma che Londra non la prevede al momento, che non la auspica ma che la
considera assieme a tante altri opzioni. Diversa la posizione della Germania, che
si dice “assolutamente contraria a considerare l'opzione militare in Iran”. “Se l'Iran
si rifiuta di cooperare con l'Aiea – dichiara Berlino – scatteranno sanzioni più severe".
Anche il Lussemburgo non vuole sentir parlare di opzione militare: “Le conseguenze
di un intervento militare contro l'Iran – afferma il capo della diplomazia – “sarebbero
devastanti”. Il punto, secondo il Lussemburgo, è che bisogna convincere Pechino e
Mosca sulle sanzioni. E anche dalla Francia arriva l’invito a “concentrarsi su nuove
sanzioni per evitare ogni intervento irreparabile”. Si distingue la Russia che mette
in discussione l’allarme lanciando accuse: parla di una “campagna orchestrata” contro
il programma nucleare iraniano per “alimentare la tensione” e “imporre nuove sanzioni”.
Mosca afferma di sostenere la via diplomatica ma senza la strada delle sanzioni, che
sarebbe esaurita. Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti promette sul dossier
Iran consultazioni nelle prossime settimane con Russia e Cina. Barack Obama afferma:
“Nessuna opzione è esclusa ma la via privilegiata è e sarà la diplomazia”.