Inondazioni in Thailandia: la situazione migliora, ma resta alto lo stato di allerta
In Thailandia l’emergenza delle inondazioni, che hanno causato 562 morti, sembra lentamente
rientrare: l'acqua si sta ritirando dalle province centrali sommerse da inizio ottobre,
le rovine dell'antica capitale Ayutthaya sono di nuovo asciutte, e proseguono nelle
aree allagate, soprattutto a Bangkok, le operazioni di drenaggio. La capitale thailandese
da dieci giorni è ulteriormente protetta da una maxi-barriera di sacchi di sabbia
che sembra essere riuscita a frenare l’avanzata delle acque. Nonostante questi miglioramenti,
l’allerta resta alta. Nonostante in diverse regioni l’acqua si ritiri, gli allagamenti
continuano attualmente ad interessare 22 province su 77. Centinaia di migliaia di
abitanti – ricorda l’agenzia Fides – sono inoltre stati costretti a riparare in centri
di accoglienza improvvisati nel sud del Paese. Nella regione di Bangkok i negozi sono
rimasti chiusi ed è molto difficile reperire generi alimentari di prima necessità.
E’ alto, poi, il rischio di contrarre malattie causate dall’inquinamento dell’acqua.
La situazione ha gravi riflessi anche sul lavoro e sull’economia. Il governo di Yingluck
Shinawatra ha stimato che le fabbriche torneranno, a pieno regime, non prima di gennaio.
Gravi ripercussioni si registrano anche nel sistema dei trasporti. Molte vie di comunicazione
sono impraticabili. L’aeroporto interno Don Meuang di Bangkok, tuttora allagato, non
tornerà operativo prima dell'inizio del 2012. Secondo gli esperti, l’intensità dei
fenomeni atmosferici - che in questi giorni hanno provocato inondazioni e allagamenti
in tutta la Thailandia - è dovuta alle abbondanti piogge monsoniche e alle tempeste
tropicali che hanno colpito il Paese senza sosta. (A.L.)