I vescovi del Portogallo: la crisi mette a rischio la democrazia
“L’attuale situazione nazionale e mondiale può mettere a rischio la democrazia. Risulta
sempre più evidente che la politica internazionale non può ridursi, né tanto meno
soggiacere ad un oscuro gioco di capitali, che farebbero scomparire la dialettica
democratica”. E’ quanto scrive la Conferenza episcopale portoghese (Cep) che, a conclusione
della sua Assemblea plenaria tenutasi a Fatima, ha emesso una nota pastorale intitolata
“Speranza in tempo di crisi”. Secondo i vescovi, “non si deve cadere nelle mani di
nuovi signori senza volto”, ma è necessario salvaguardare “un’esperienza comune e
partecipativa dove tutti si possano riconoscere in valori e diritti condivisi, rispettando
la verità, quale condizione basica di giustizia e pace sociale”. Il documento, ripreso
dal Sir, ricorda che non è la prima volta che i mutamenti storici offrono l’occasione
di una nuova presa di coscienza collettiva. Si invita anche ad approfondire i valori
cristiani, rilevando una coesistenza di “fattori esterni ed interni” all’origine della
crisi. “L’eccessiva speculazione finanziaria e la scarsa consistenza economica del
Paese – si legge nel testo - si sono negativamente sommate. Solo il capitale che proviene
dal lavoro – scrivono i presuli - realizza la persona umana e le attribuisce una priorità
assoluta. L’eccessiva speculazione finanziaria e la scarsa consistenza economica del
Paese si sono negativamente sommate. Ci siamo e ci hanno fatto alimentare di aspirazioni
che si sono mostrate del tutto impossibili da raggiungere” scrivono i presuli portoghesi
che sottolineano, nel contempo, l’importanza ed il rispetto dell’etica produttiva,
perché “solo il capitale che proviene dal lavoro realizza la persona umana e le attribuisce
una priorità assoluta”. I vescovi rivolgono infine un messaggio di speranza tanto
ai cittadini quanto ai migranti maggiormente colpiti dalle difficoltà economiche e
dalle incertezze per il futuro. A tutte le istituzioni sociali cattoliche si chiede
“una solidarietà attiva, fondata nei valori e nei principi fondamentali della Dottrina
sociale della Chiesa, riproducendo l’esempio di Cristo, che con la luce del Natale
ha nuova vita ad identiche tenebre”. (A.L.)