2011-11-11 16:01:23

Mons. Filoni agli studenti dell’Urbaniana: la missione sappia rispondere alle esigenze del mondo di oggi


“L’università Urbaniana ha come scopo di preparare e formare culturalmente il missionario di domani. L’evangelizzazione, infatti, non è teoria ma è prassi illuminata e approfondita della Parola di Dio”: è quanto ha detto ieri all’inizio della sua prolusione su “Missione oggi: esperienze e prospettive” mons. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e gran cancelliere della Pontificia Università Urbaniana di Roma. All’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’ateneo pontificio, mons. Filoni, che ha presieduto anche la solenne celebrazione eucaristica “De Spiritu Sancto”, ha sottolineato a docenti e studenti che la Chiesa e il mondo missionario devono rileggere l’evento cristiano, la validità perenne del Vangelo e della missione evangelizzatrice per contestualizzarla nei tempi moderni, poiché ci sono nuove emergenze su cui riflettere per inserirsi come protagonisti nella transizione epocale. Il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha posto l’accento, in particolare, sulla realtà nella quale oggi opera la Chiesa, senza omettere che tra i problemi che la riguardano c’è anche la tendenza delle Chiese particolari “a rinchiudersi in se stesse, preoccupate dei loro bisogni e alle prese con non facili sfide che l’umanità pone al cristianesimo”. Per mons. Filoni, in un Occidente che “si trova in una crisi di valori”, “con la scomparsa o il rifiuto di ospitare Dio”, “l’umanità non ha più alcun punto solido di aggancio”, e fluttua eternamente nel vuoto e nel nulla” mentre “centinaia di milioni di persone vivono ai limiti della sopravvivenza”. Di fronte a tutto ciò, la missione deve rinnovare la sua mentalità e metodologia e deve essere un cantiere aperto. E' per questo che il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha indicato a docenti e studenti di guardare ad essa considerando l’aspetto multietnico, multiculturale e multireligioso del mondo odierno aggiungendo che “la formazione culturale teologica è in vista e in funzione dell’annuncio” e che per tale motivo “la teologia deve divenire teologia della missione, teologia dell’annuncio”, ma che, come evidenziato nell’omelia della messa solenne per l’inaugurazione dell’anno accademico, occorre per questo anche coltivare “silenzio e contemplazione per sintonizzarsi con il mistero di Dio”, tradurre la conoscenza in amore, perché “non basta conoscere Dio”, è necessario pure “dare spazio alle virtù teologali della fede, della speranza e della carità”. (A cura di Tiziana Campisi)







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