Messico: Human rights watch accusa il governo di abusi nella "guerra alla droga"
Human Rights Watch (Hrw) accusa il governo messicano di aver compiuto abusi durante
la cosiddetta "guerra contro la droga". E’ quanto denuncia un Rapporto – pubblicato
oggi dall’organizzazione umanitaria – sulla base di 200 interviste a vittime, testimoni
e ufficiali, in cinque Stati messicani. "Invece di ridurre la violenza, la 'guerra
contro la droga' ha portato a un aumento degli omicidi, delle torture e degli abusi
da parte delle forze di sicurezza, aumentando il clima di paura e di illegalità in
molte zone del Paese", dichiara Jose Miguel Vivanco, direttore americano di Human
Rights Watch. Per contro, il generale Marisela Morales, dell'Ufficio della Procura
messicana, afferma in un comunicato che, durante un incontro avvenuto ieri con gli
attivisti di Hrw, questi "hanno riconosciuto” i "miglioramenti nella difesa dei diritti
umani”, e gli “sforzi per realizzare il nuovo sistema di giustizia penale in Messico".
Stando a quanto riportato dai media messicani, più di 40 mila persone sarebbero state
uccise da quando il presidente Felipe Calderon è salito al potere nel 2006, ma per
Human Rights Watch i morti sarebbero almeno 50 mila. L'ultimo documento ufficiale
riportato dal governo messicano, alla fine del 2010, contava 34.612 morti legati alle
organizzazioni criminali. Intanto, la cronaca segnala una nuova vittima della malavita
collegata al traffico di stupefacenti: è stato rinvenuto ieri nella città di Nueva
Laredo, a ridosso della frontiera Usa, il corpo di un blogger noto con il nome di
"Rascatripas", impegnato a denunciare sul sito "nuevolaredoenvivo.com" i crimini in
particolare dei Los Zetas, tra i più feroci narcotrafficanti del Paese. La Polizia
ha riferito che la vittima è stata torturata e decapitata. Così come accaduto a un’altra
collaboratrice del sito, la giornalista Maria Elizabeth Macias, di 39 anni, che si
faceva chiamare "La nena di Laredo", il cui corpo mutilato è stato rinvenuto il 25
settembre scorso. Dall’inizio dell’anno sono già quattro le persone assassinate in
quella zona per aver denunciato l'operato dei malavitosi nelle reti socali. Alcune
settimane fa, un gruppo che si è detto legato ad Anonymous aveva annunciato una campagna
per rivelare via web le identità dei presunti membri dei Los Zetas. Ma dopo pochi
giorni, lo stesso gruppo ha comunicato ai media messicani di aver rinunciato all'iniziativa
''per motivi di sicurezza''. (A cura di Roberta Gisotti)