2011-11-10 15:36:48

Messico: Human rights watch accusa il governo di abusi nella "guerra alla droga"


Human Rights Watch (Hrw) accusa il governo messicano di aver compiuto abusi durante la cosiddetta "guerra contro la droga". E’ quanto denuncia un Rapporto – pubblicato oggi dall’organizzazione umanitaria – sulla base di 200 interviste a vittime, testimoni e ufficiali, in cinque Stati messicani. "Invece di ridurre la violenza, la 'guerra contro la droga' ha portato a un aumento degli omicidi, delle torture e degli abusi da parte delle forze di sicurezza, aumentando il clima di paura e di illegalità in molte zone del Paese", dichiara Jose Miguel Vivanco, direttore americano di Human Rights Watch. Per contro, il generale Marisela Morales, dell'Ufficio della Procura messicana, afferma in un comunicato che, durante un incontro avvenuto ieri con gli attivisti di Hrw, questi "hanno riconosciuto” i "miglioramenti nella difesa dei diritti umani”, e gli “sforzi per realizzare il nuovo sistema di giustizia penale in Messico". Stando a quanto riportato dai media messicani, più di 40 mila persone sarebbero state uccise da quando il presidente Felipe Calderon è salito al potere nel 2006, ma per Human Rights Watch i morti sarebbero almeno 50 mila. L'ultimo documento ufficiale riportato dal governo messicano, alla fine del 2010, contava 34.612 morti legati alle organizzazioni criminali. Intanto, la cronaca segnala una nuova vittima della malavita collegata al traffico di stupefacenti: è stato rinvenuto ieri nella città di Nueva Laredo, a ridosso della frontiera Usa, il corpo di un blogger noto con il nome di "Rascatripas", impegnato a denunciare sul sito "nuevolaredoenvivo.com" i crimini in particolare dei Los Zetas, tra i più feroci narcotrafficanti del Paese. La Polizia ha riferito che la vittima è stata torturata e decapitata. Così come accaduto a un’altra collaboratrice del sito, la giornalista Maria Elizabeth Macias, di 39 anni, che si faceva chiamare "La nena di Laredo", il cui corpo mutilato è stato rinvenuto il 25 settembre scorso. Dall’inizio dell’anno sono già quattro le persone assassinate in quella zona per aver denunciato l'operato dei malavitosi nelle reti socali. Alcune settimane fa, un gruppo che si è detto legato ad Anonymous aveva annunciato una campagna per rivelare via web le identità dei presunti membri dei Los Zetas. Ma dopo pochi giorni, lo stesso gruppo ha comunicato ai media messicani di aver rinunciato all'iniziativa ''per motivi di sicurezza''. (A cura di Roberta Gisotti)







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