2011-11-09 15:04:00

L’Aiea: l'Iran lavora alla bomba atomica. Teheran respinge le accuse. L'Ue: no a opzioni militari


L'Iran sta lavorando alla bomba atomica. Dopo giorni di indiscrezioni e ipotesi, è arrivato ieri sera l'attesissimo rapporto dell'Aiea sul programma nucleare di Teheran. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

L'Aiea afferma di essere in possesso di informazioni “credibili” fornite anche da Stati membri che indicano che “l'Iran ha condotto attività rilevanti per lo sviluppo di dispositivi esplosivi nucleari” e dice di nutrire “serie preoccupazioni riguardo le possibili dimensioni militari del suo programma nucleare”. Secondo le informazioni a disposizione, Teheran avrebbe “pianificato e avviato sperimentazioni preparatorie che sarebbero utili nel caso in cui volesse condurre un test per un ordigno nucleare”. Dunque, ci sono riscontri coerenti e credibili di una dimensione militare del programma nucleare e cioè dell'esistenza di un programma occulto, al di là di quello ufficiale dichiarato da Teheran per scopi meramente civili. Teheran definisce il rapporto “squilibrato, non professionale e politicamente motivato”. Nelle stesse ore l'ambasciatore iraniano presso l'Aiea, Ali Asghar Soltaniyeh, assicura che l'Iran non abbandonerà “mai” il programma nucleare, ma – afferma - continuerà a collaborare con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Nei giorni scorsi si è parlato di un possibile attacco da parte di Israele. Oggi la stampa di Tel Aviv chiede nuove sanzioni sottolineando che già prima dovevano essere ascoltate le ragioni di Israele. Anche la Francia invoca nuove sanzioni. Da parte sua, Pechino ribadisce che "qualsiasi azione militare" contro l'Iran sarebbe "un disastro" per tutto il Medio Oriente. A questo punto è probabile che venga chiamato in causa il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'Unione europea sta, intanto, consultando gli Stati membri e i partner internazionali sull'ipotesi di sanzioni aggiuntive contro Teheran, ma esclude completamente l'opzione militare, mentre per la Russia vanno escluse anche nuove sanzioni.

In Grecia accordo su coalizione che traghetterà il Paese alle elezioni
Il primo ministro greco Papandreou incontrerà nel primo pomeriggio il capo di Stato Papoulias. La tv di Stato ha detto che il negoziato per la formazione di una coalizione a corto termine per portare il Paese alle elezioni a febbraio è stato completato.

Merkel: Ue controlli per statuto lo stato finanziario dei Paesi membri
Secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel i trattati europei devono essere corretti per permettere di porre sotto controllo lo stato finanziario dei Paesi membri. In caso di debito troppo alto, - ha poi spiegato Merkel in un'intervista all'agenzia tedesca Dpa - la Commissione europea o gli Stati membri dovranno poter avanzare procedimenti giudiziari presso la Corte di giustizia europea. “Dobbiamo eliminare questi punti deboli e non possiamo lasciarci troppo tempo, perchè – ha affermato la cancelliera - l'euro è molto di più di una moneta: rappresenta l'idea dell'unità europea”.

Esercito afghano e Nato rispondono ad attacco: uccisi 60 talebani
Sessanta talebani sono stati uccisi dalle truppe afgane e della Nato, dopo aver attaccato la base Isaf della provincia di Paktika, vicino al confine con il Pakistan. Lo ha riferito un portavoce del governo provinciale afghano. Secondo la ricostruzione dell'Isaf, i terroristi hanno attaccato la base con armi leggere e granate, truppe afghane e Nato hanno quindi risposto al fuoco causando “significative” perdite tra gli insorti, tra i 50 e i 60 morti. Intanto si è appreso che Mohammad Akbar, designato solo nove giorni fa capo del distretto di Sarawza della provincia di Paktika, è morto a seguito della gravità delle ferite riportate ieri nell'esplosione di un rudimentale ordigno.

Raid dell'esercito israeliano sulla Striscia di Gaza
Raid israeliano nella notte sulla Striscia di Gaza. L'attacco ha fatto seguito al lancio di un razzo sparato ieri sera a Sud di Israele. Il portavoce dell'esercito israeliano ha spiegato che “l'aviazione ha colpito una base terroristica nel Sud della Striscia di Gaza”.

La Corte di Tunisi concede l’estradizione dell'ex premier libico
Per l'estradizione in Libia di Baghdadi Al Mahmudi, ex primo ministro di Gheddafi, manca solo la firma del presidente della Repubblica tunisino, Foued Mabazaa. La Corte d'appello di Tunisi ha accolto, ieri pomeriggio, la richiesta di estradizione presentata dai rappresentanti del nuovo governo di Tripoli. L'ex braccio destro del colonnello era detenuto nelle carceri tunisine da settembre, dopo l'arrestato per ingresso illegale.

Yemen: uccisi cinque presunti membri di Al Qaeda
Violenti scontri tra le forze di sicurezza e le milizie tribali sono scoppiati stamani nel Nord della capitale yemenita Sanaa. Intanto, continua la controffensiva delle forze yemenite contro Al Qaeda. Ieri, bombardamenti mirati hanno ucciso cinque presunti membri della rete terroristica. Gli insorti islamici si trovavano nei loro rifugi a Zingibar, località controllata dai miliziani e capoluogo della provincia di Abyane, nel Sud del Paese. Tra loro ci sarebbe anche un indonesiano. Inoltre, le fonti locali riferiscono di cinque attacchi da parte di un drone americano contro un villaggio nel Nord di Jaar, sempre nella stessa zona.

La Serbia dovrà chiarire all’Aia la lunga latitanza di Mladic e Hadzic
Il procuratore capo del Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi), Serge Brammertz, ha chiesto ieri a Belgrado chiarimenti sulla lunga latitanza di Ratko Mladic e Goran Hadzic, i due criminali di guerra serbi catturati nei mesi scorsi. Brammertz, nei prossimi giorni, presenterà all’Onu il suo nuovo rapporto periodico sullo stato della collaborazione della Serbia e degli altri Paesi ex jugoslavi con il Tpi.

Nord del Kosovo ancora in tensione: militari Nato smantellano barricata serba
Nel Nord del Kosovo i militari Nato della Kfor hanno smantellato nella notte una barricata eretta dai serbi in corrispondenza del posto di frontiera con la Serbia di Jarinje, assumendo il controllo della zona. Nell'azione, i soldati Nato hanno fatto uso di gas lacrimogeni, inducendo i serbi a indietreggiare per un centinaio di metri. Poco dopo tuttavia i manifestanti hanno scaricato sul posto alcuni camion di ghiaia per l'erezione di una nuova barricata. Due serbi sono stati fermati e tenuti in custodia per un paio d'ore dai militari Kfor, che li hanno poi rilasciati. La situazione è tornata tranquilla in mattinata, anche se resta una forte tensione. I manifestanti hanno fatto sapere di non voler desistere dalla protesta che è diretta, hanno sottolineato, non contro la Kfor o la missione europea Eulex ma contro le istituzioni e le autorità kosovare di Pristina. Da fine settembre la popolazione serba maggioritaria nel Nord del Kosovo - che non accetta l'indipendenza e l'autorità di Pristina - protesta con barricate e blocchi stradali contro la presenza di poliziotti e doganieri kosovari albanesi ai posti di frontiera con la Serbia di Jarinje e Brnjak. Ciò ha provocato la sospensione del dialogo fra Belgrado e Pristina, la cui ripresa è stata posta da Bruxelles come condizione per la concessione alla Serbia dello status di Paese candidato, decisione attesa al vertice europeo di dicembre.

Accordo tra Ue e Oim per favorire la cooperazione sull’immigrazione
La Commissione europea e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) hanno deciso di intensificare e facilitare la loro cooperazione nel settore della migrazione e della mobilità. L’accordo quadro firmato ieri agevolerà la collaborazione pratica tra le due organizzazioni, eliminerà ostacoli burocratici e permetterà di lavorare in modo migliore per assistere i migranti.

Dramma inondazioni anche in Vietnam: 100 morti
È salito a 100 morti il bilancio delle inondazioni che negli ultimi tre mesi hanno colpito il centro-sud del Vietnam. Lo hanno comunicato oggi fonti governative, dopo che nell'ultima settimana sono state registrate 22 vittime - tra cui cinque bambini - nelle province centrali. Le piogge degli ultimi giorni hanno colpito con particolare intensità le zone attorno all'antica capitale di Hu‚ e alla città di Hoi An, entrambe nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco. In precedenza, nelle alluvioni iniziate ad agosto erano morte 78 persone nelle province meridionali, attorno al delta del Mekong. Secondo l'Unicef, 65 di queste vittime avevano meno di 16 anni. La fine della stagione delle piogge causa regolarmente vittime nel Sud-est asiatico, ma quest'anno precipitazioni particolarmente intense hanno provocato oltre 250 morti in Cambogia e almeno 529 vittime in Thailandia, dove le acque continuano a minacciare il centro di Bangkok dopo aver allagato per settimane le province centrali. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Giovanni Cossu)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 313







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