Zimbabwe: migliaia di bambine e ragazze costrette ad abbandonare la scuola
Povertà, abusi e tradizioni culturali impediscono di frequentare la scuola elementare
ad un terzo delle bambine dello Zimbabwe e quella secondaria al 67%, negando loro
una istruzione di base. Secondo un recente studio condotto dalla Plan international,
Ong impegnata contro la povertà infantile, le molestie e gli abusi sessuali anche
da parte degli insegnanti e dei genitori, le difficoltà culturali, la mancanza di
tasse scolastiche, i matrimoni e le gravidanze precoci, gli impegni dei genitori,
sono alcuni dei fattori che contribuiscono all’abbandono scolastico delle bambine.
Secondo lo studio, dal titolo "Because I am a Girl", le lunghe distanze che i bambini
delle zone rurali devono percorrere per raggiungere la scuola, e il grande peso sopportato
dalle bambine che spesso, dopo la morte dei genitori, devono assumersi la responsabilità
della famiglia, sono altri fattori che contribuiscono ad elevare il tasso di abbandono
scolastico. A causa di un programma governativo di sgombero forzato del 2005, conosciuto
come “Operation Murambatsvina”, sono state sfrattate circa 700 mila persone provenienti
dalle aree urbane di tutto il Paese, aggravando le difficoltà di accesso all’istruzione
per le bambine delle famiglie coinvolte. Nel rapporto del 2011 ''Left Behind: The
Impact of Zimbabwe's Forced Evictions on the Right to Education'', Amnesty International
documenta come gli sfratti abbiano interrotto la frequenza scolastica di circa 222
mila bambini. Nel corso dell’Operazione Murambatsvina molte famiglie sono state allontanate
con la forza verso zone rurali e campi provvisori senza strutture per l’istruzione
e, in alcune aree, gli edifici scolastici sono stati addirittura distrutti. A causa
della sospensione dell’approvvigionamento di molti mezzi di sostentamento le famiglie
non si possono più permettere di pagare le tasse scolastiche. Nel rapporto di Amnesty
International risulta che molte ragazze di Hopley, un insediamento abusivo, si prostituiscono
con uomini più anziani o sposati, dopo essere state allontanate dalle loro case e
dopo che il governo non ha più provveduto a re-iscriverle a scuola. L’operazione Murambatsvina
ha inflitto un duro colpo al diritto all’istruzione per le persone colpite, che erano
già tra le più indigenti e svantaggiate dello Zimbabwe. Il sistema educativo del Paese,
una volta considerato un modello per gli altri paesi africani, è in costante calo
negli ultimi dieci anni a causa della crisi economica. In molte scuole mancano i libri
di testo e i materiali didattici. Nel 2009 il governo, in collaborazione con altre
agenzie umanitarie e delle Nazioni Unite, ha promosso l’Education Transition Fund,
per contrastare la carenza di materiale didattico nelle scuole. Una seconda fase del
programma è stata appena lanciata e si concentrerà sull’accesso ad una istruzione
equa e di qualità per tutti i bambini, in particolare rispondendo alle disparità di
genere degli studenti delle scuole secondarie, e offrendo a quelli che non frequentano
la scuola una seconda opportunità. (R.P.)