2011-11-08 14:29:24

Mons. Crociata alla Consulta dell’Ufficio liturgico: urgente "umanizzare" la morte


“Nonostante mutamento culturale in corso in Italia le celebrazioni funebri restano la richiesta più alta in percentuale rispetto a quella avanzata per altri servizi religiosi”, parte da questo dato la riflessione del segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, elaborata ieri nell’intervento d’apertura dei lavori della Consulta dell’Ufficio liturgico nazionale, presieduta da mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione episcopale per la liturgia. “Il fenomeno – ha detto il presule citato dall'agenzia Sir - va adeguatamente studiato e interpretato; infatti, mentre si enfatizza e amplifica la morte – magari attraverso varie forme di spettacolarizzazione o di culto del macabro –, in realtà si tende a sfuggirne il pensiero e a occultarla e rimuoverla o, nel migliore dei casi, a privatizzarla, segnalando così un'evidente difficoltà a integrare la morte tra i valori fondamentali della vita”. Mons. Crociata ha poi affermato: “Bisognerebbe chiedersi come si qualifica, in un contesto così tendenzialmente orientato, la persistenza della richiesta di celebrazione religiosa e quali modificazioni eventualmente subisce l’intenzionalità della richiesta e la comprensione della celebrazione. In una società che spesso dimostra di avere smarrito la grammatica essenziale del morire e della morte, giungendo, a volte, fino a ignorare la dignità di un corpo senza vita, la Chiesa continua a celebrare la morte e a rappresentarla, integrandola pienamente nella vita privata e pubblica”, ha aggiunto mons. Crociata nel suo discorso. “Se come credenti in Cristo e come comunità ecclesiale confessiamo la nostra fede nella resurrezione dei morti, nei confronti dell’intera società abbiamo il compiuto urgente di annunciare il senso cristiano e di umanizzare la morte, affermando con forza la dignità di ogni uomo e di ogni donna che muore”. Riferendosi al rinnovo del Rito delle Esequie, ha quindi affermato che “sarà uno strumento prezioso e imprescindibile a servizio di una pastorale illuminata di impronta missionaria”. Il segretario della Cei ha poi fatto riferimento a un altro argomento in discussione, quello della promozione della conoscenza della “sacra liturgia”, affermando che va continuato lo sforzo “voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium. Questo cammino, che va proseguito e sostenuto, - ha concluso - vedrà nell’ormai prossimo cinquantesimo anniversario della promulgazione della Sacro-sanctum Concilium un momento favorevole”. (M.G.)







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