Brasile: Forum cattolico sui cambiamenti climatici e la giustizia sociale
La crisi finanziaria ed economica che il mondo sta attualmente vivendo può costituire
per l’umanità un’opportunità per ripensare i modelli di sviluppo, al fine di coniugare
il rispetto dell’ambiente con la giustizia sociale: è in estrema sintesi quanto emerso
da un recente incontro, svoltosi in Brasile, che ha visto riuniti rappresentanti religiosi
e laici di organizzazioni cattoliche aderenti al Forum sui cambiamenti climatici e
la giustizia sociale, che beneficia anche del sostegno della Conferenza episcopale.
“Per la vita della terra e nella terra” è lo slogan che ha fatto da sfondo all’iniziativa,
con la quale si è voluta ribadire la posizione a favore della tutela del creato e
della difesa della dignità di tutte le persone come un valore fondamentale da osservare
in tutte le misure legislative delle istituzioni civili. La Conferenza dell’Onu sullo
sviluppo sostenibile (Rio+20), che si terrà nel giugno 2012 a Rio de Janeiro costituisce,
secondo i partecipanti, un’occasione fondamentale per individuare e mettere in pratica
nuove politiche necessarie a garantire un futuro sostenibile al pianeta. “Sono iniziati
i preparativi per la Conferenza Rio+20 - si sottolinea nel Messaggio diffuso al termine
dell’incontro - ma, piuttosto che valutare seriamente quello che è stato fatto o non
è stato fatto finora nel rapporto tra sviluppo e ambiente, bisogna cogliere l’occasione
della crisi come un’opportunità di trasformazione dei modelli economici”. Per questo,
si aggiunge, il Forum “è associato a tutte le forze sociali e politiche che sono disposte
all’attuazione di importanti cambiamenti degli stili di vita dominanti nella nostra
società”. Il documento, fra l’altro, critica alcuni interventi in Brasile che favorirebbero
uno sfruttamento indiscriminato del territorio. Tra questi, il progetto di riforma
del Codice forestale, che risale al 1965. Questo progetto, - riferisce L'Osservatore
Romano - secondo le critiche emerse, “continuerebbe a dimostrare che gli interessi
delle minoranze che hanno il potere sono considerati superiori al diritto di tutti
di vivere in un ambiente sano”. Lo scorso settembre la Conferenza episcopale brasiliana
(Cnbb) aveva posto in risalto che il nuovo Codice forestale “deve essere pensato per
la nostra generazione, ma anche e soprattutto per le generazioni future e deve essere
improntato agli ineludibili criteri della giustizia e dell’etica, fondamenti della
convivenza e del bene comune”. (L.Z.)