Massacri in Nigeria. L'arcivescovo di Jos: giovani strumentalizzati per creare divisione
In Nigeria sono almeno 150 le vittime degli attacchi lanciati in questi giorni nella
parte nord-orientale del Paese, anche contro diverse chiese cristiane. Ieri, all’Angelus,
Benedetto XVI ha espresso dolore per questi tragici episodi ed ha lanciato un accorato
appello esortando tutti a “porre fine ad ogni violenza”. Un appello che l’arcivescovo
di Jos, mons. Ignatius Ayau Kaigama, auspica possa spronare il governo
ad agire in fretta. Gli attacchi sono stati rivendicati da un gruppo fondamentalista
islamico, denominato “Boko Haram”, la cui traduzione letterale è “l’educazione occidentale
è peccato”. Su questa formazione integralista che, secondo diversi osservatori ha
contatti anche con Al Qaeda nel Maghreb, si sofferma, al microfono di Emer
McCarthy, l’arcivescovo di Jos:
R. – They
are a fanatical group... E’ un gruppo di fanatici, io lo definisco un movimento
antisociale. Gli stessi musulmani sono d’accordo sul fatto che questo gruppo abbia
tendenze criminali. Le loro richieste sono assurde; attaccano indiscriminatamente,
uccidendo cristiani e musulmani, cercando di distruggere qualsiasi tipo di ordine
costituito. Il governo nigeriano dovrà affrontare questa situazione con determinazione,
per sradicare questo gruppo di fanatici. Occorre andare alla radice del problema perché
questi attacchi non sono una novità e potrebbero ripetersi. E non credo che in questo
caso serva il dialogo, perché loro attaccano e uccidono: qui ci vuole semplicemente
la legge che deve fare il suo corso.
D. – E’ vero che in queste ondate
di violenza i giovani sono stati ‘usati’ da quanti hanno fatto leva sulla loro disperazione
di fronte alla crescente povertà e alla disoccupazione, per fomentare le rivalità
etniche?
R. – I am witness of this… Io sono testimone di questo:
infatti, un gruppo di ragazzi cristiani e musulmani sono venuti la settimana scorsa
nel mio ufficio per dirmi che sono stati strumentalizzati per seminare violenza e
che vogliono smetterla. Mi hanno detto che sono stati usati dagli anziani, da politici
e da capi religiosi fanatici; ma loro vogliono uscire da questa spirale. Ieri ho partecipato
ad un incontro tra rappresentanti musulmani e cristiani insieme al generale dell’esercito
e c’è stato un accordo unanime per riportare la pace. Quindi, voglio credere che,
dopo questa ondata di violenza con distruzione di vite umane e proprietà, si voglia
tornare indietro e ricominciare da capo. E’ necessario risolvere i problemi alla base
di queste violenze: problemi che sono politici, etnici e anche religiosi. Credo che
questo sforzo sia genuino. Quindi con l’appello e le preghiere del Santo Padre, e
con il lavoro che si fa qui, penso che avremo quella pace di cui abbiamo bisogno.
(ap/gf)