Maltempo in Liguria e Piemonte, si attende la piena del Po. Una vittima nel napoletano
Il Nord Italia flaggellato dal maltempo, ma preoccupa pure la situazione in Campania
dove si registra una vittima. In Piemonte, si attende la piena del Po. Intanto, un
ponte è crollato nella Valle del Pellice mentre le autorità hanno proceduto all’evacuazione
di numerose persone. Piove ancora a Genova, colpita due giorni fa dall’alluvione che
ha causato 6 vittime, tra di loro 2 bambine. L'allerta meteo in Liguria è stata prorogata
fino alle 18 di domani. Il servizio di Benedetta Capelli:
Sono 5 i
metri che il fiume Po ha raggiunto a Piacenza, in Emilia Romagna, ma la situazione
più difficile è senz’altro in Piemonte. Esondato il Pellice nel torinese, qui è crollato
anche il ponte del Bertenga, nell’alessandrino si sta procedendo all’evacuazione di
molte persone. Nella zona si trova il nostro collega, Dino Frambati:
R.
- Qui in Piemonte sembra che si profili la situazione più grave. Stanotte a Torino
è attesa la piena del Po: domani le scuole saranno chiuse… La situazione più critica
è intorno ad Alessandria: il Bormida e il Tanaro sono a livelli di guardia. Ci sono
anche delle persone che sono state evacuate: addirittura 500 ad Ovada, dove fa paura
lo Stura; ad Alba è stato sgomberato un campo nomadi. A tutto ciò si aggiunge che
al confine tra Liguria e Piemonte una frana ha bloccato, questa mattina, la strada
Savignone-Casella, in Liguria, e la farà restare interrotta - si dice - per almeno
6 mesi. Non dimentichiamo che sta piovendo tra Piemonte e Liguria, nel Nord-Ovest
da tre giorni. (mg)
Piemonte ma anche Campania. Una vittima si segnala
nella zona di Pozzuoli, il forte vento ha fatto crollare un albero caduto sull’auto
nella quale si trovava l’uomo. In tilt il traffico a Napoli per l’allagamento di molte
strade. Disagi anche a Pompei e Portici. A Genova continua a piovere da tre giorni
ma la città cerca di reagire all’ondata di fango, acqua e detriti che hanno messo
in ginocchio il capoluogo ligure. Si stanno pulendo le strade nelle zone più colpite.
Permane comunque il blocco del traffico cittadino mentre quello pubblico è regolare.
Domani le scuole saranno chiuse per rispettare il lutto proclamato in occasione dei
funerali delle sei vittime. Restano intanto gli echi delle polemiche mentre la procura
di Genova ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo contro
ignoti. Si segnalano difficoltà pure nello spezzino dove a preoccupare sono ormai
le frane.
Non è solo il Nord-ovest dell’Italia ad essere stato colpito
dalle forti piogge: negli ultimi tempi sono stati coinvolti da alluvioni anche Paesi
come la Thailandia, il Nicaragua e perfino la Somalia. Ma questi fenomeni si verificano
periodicamente o vi è un peggioramento? Debora Donnini ha fatto il punto sulla
situazione climatica globale con Andrea Masullo, responsabile scientifico dell’Associazione
"Greenaccord" ed esperto di questioni climatiche:
R. - Si tratta
di fenomeni ampiamente previsti dai modelli climatici e si ritiene che questi aggravamenti
dipendano dall’aumento medio delle temperature terrestri. In particolare in questi
eventi che si stanno purtroppo verificando in questi giorni nel Nord Italia è evidente
questa situazione, perché si tratta di normali perturbazioni che trovano su un Atlantico
eccezionalmente riscaldato una grande potenza e che poi porta a queste precipitazioni
di proporzioni così vaste. C’è sicuramente un’aggravante legata ai cambiamenti climatici
globali. E’ un po’ quello che sta avvenendo in molte aree del mondo…
D.
- Infatti alluvioni ci sono state in Centro America, prima in Thailandia e perfino
in Somalia. Anche qui c’entrano i cambiamenti climatici o per alcune aree si tratta
di un problema, in qualche modo normale: pensiamo a quelle zone dove si abbattono
i monsoni…
R. - Si tratta di situazioni normali aggravate dai cambiamenti
climatici. Nelle aree monsoniche, i monsoni sono più frequenti e più violenti. Ormai
in Italia sono addirittura alcuni decenni che stiamo assistendo ad un prolungamento
dell’estate, abbondantemente dentro l’autunno di almeno un mese. C’’è anche però un
aggravamento non solo del fenomeno ma anche degli effetti e questo è legato a una
cattiva, direi pessima, gestione del territorio.
D. - I geologi puntano
il dito contro il dissesto idrogeologico…
R. - E’ fondamentale, perché
il danno è provocato da come si è costruito in una determinata area. L’evento estremo
trova il suo sfogo naturale nei canali, nei torrenti ma se questi torrenti - com’è
avvenuto in Liguria, in Calabria e in tante altre parti d’Italia - vengono cementificati,
coperti da costruzioni e da strade, l’acqua non penetra più nel terreno, non trova
vie di sfogo e invade quello che un tempo era il suo alveo naturale. Questo comporta
delle catastrofi! Sono purtroppo decenni che nel nostro Paese si parla di investire
nel riassetto idrogeologico del territorio ma poi non viene fatto nulla. Nell’emergenza
si possono soltanto contare - purtroppo e drammaticamente - le vittime e i danni,
mentre la prevenzione dovrebbe consentirci di evitarli.
D. - Il Pianeta
Terra ha sempre conosciuto dei cambiamenti climatici forti, pensiamo solo alle glaciazioni.
Lei pensa che comunque questi cambiamenti climatici risentano invece, fortemente o
in modo abbastanza significativo, dell’uso di combustibili fossili?
R.
- I dati scientifici ci dicono questo: i cambiamenti climatici naturali hanno una
periodicità di decine di migliaia di anni - le grandi glaciazioni addirittura di oltre
100 mila anni - e dipendono da fattori esclusivamente astronomici e quindi dai movimenti
della terra rispetto al sole. Quello che sta accadendo adesso è un aumento dell’effetto
serra - e quindi dei gas serra prodotti dalla combustione di petrolio, carbone, metano
e dagli usi energetici che fa l’uomo - che sta accelerando questi fenomeni: qui stiamo
parlando di un cambiamento climatico che sta avvenendo nell’arco di cento anni e non
di 100 mila! (mg)