2011-11-06 08:54:42

In Romania, l’incontro dei vescovi greco-cattolici sulla nuova evangelizzazione. La riflessione di padre Rupnik


Si chiude oggi ad Orodea, in Romania, l’incontro dei vescovi europei greco-cattolici sul tema della nuova evangelizzazione. All’evento, patrocinato dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, hanno preso parte, tra gli altri, il cardinale Péter Erdő, presidente del Ccce e mons. Cyril Vasil, segretario della Congregazione per le Chiese Orientali. Il convegno è stato aperto dalla prolusione dell’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del dicastero per la Nuova Evangelizzazione. Sui temi affrontati dai presuli, Alessandro Gisotti ha intervistato padre Marco Ivan Rupnik, direttore del Centro Aletti, tra i relatori dell’incontro in Romania:RealAudioMP3

R. - La prima cosa importante è stata l’apertura con la prolusione di mons. Fisichella, che è stata veramente paronamica per mettere in chiaro cosa il Santo Padre vuole dire quando parla della nuova evangelizzazione. L’altro argomento veramente importante è quello riguardante l’esperienza, di questi 20 anni, della Chiesa greco-cattolica in diversi Paesi, dove è possibile vedere una vera e propria resurrezione: dalla proibizione, dall’annullamento, dall’azzeramento della Chiesa fino ad arrivare ad una nuova esplosione, come il caso della Romania o della Slovacchia, ma soprattutto dell’Ucraina.

D. - A 20 anni, appunto, dalla caduta dei regimi comunisti, quali sono le principali sfide oggi per le Chiese cattoliche di rito orientale?

R. - Le sintetizzerei in due grandi temi. La prima è proprio quella di non dimenticare, di non cancellare, ma di riuscire a fare il passaggio dalla memoria all’anamnesis: da una memoria umana, che può essere piena di ferite, ad una memoria divina, quella costituente la Liturgia e dove al posto delle ferite appare la grazia, appare la vita. Questo è certamente un grande compito! L’altra è quella di volgere lo sguardo verso l’Occidente, certamente molto attraente: si ha, però, la coscienza - allo stesso tempo - che l’Occidente abbia pagato un’alta "tassa" a questo impatto con la modernità. E’ quindi necessario comprendere come imparare dalla Chiesa latina proprio a reggere questo impatto con la contemporaneità.

D. - Quale contributo le Chiese cattoliche di rito orientale possono dare al Sinodo per la nuova evangelizzazione?

R. - L’evangelizzazione è rivelazione della vita battesimale, della vita nuova. Penso allora che l’Oriente, in qualche modo, proprio custodendo l’arte, ha una capacità più forte per una conoscenza più integra, più vicina alla vita e più imbevuta della vita. Penso che la riscoperta di queste tradizioni potrebbe dare un contributo, perché è la vita ad essere in questione: non si tratta di questioni relative alle idee, perché si tratta proprio di rivelare la vita nuova… Se c’è vita nuova allora affascina e attira; se noi non suscitiamo l’interesse, il desiderio e l’appetito del mondo è totalmente inutile che parliamo di evangelizzazione… (mg)







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