G20: doppio monitoraggio sui progressi dell'Italia. Paesi emergenti a sostegno dell'Ue
Il Fondo Monetario Internazionale controllerà il ritmo delle misure su cui l’Italia
si è impegnata e che dovrà ora mettere in atto. Dal G20 di Cannes esce un doppio monitoraggio
per Roma, dopo quello già stabilito a fine ottobre dalla Commissione europea. Intanto,
i grandi del G20 si sono assunti l’impegno ad attuare tutte le misure necessarie per
rilanciare la crescita delle singole economie. Il servizio di Laura Serassio:
A confermare
il controllo dell’istituzione internazionale sull’attuazione degli impegni per ridurre
il debito ed evitare il contagio della crisi è stato il presidente della Commissione
Europea, Josè Manuel Barroso, che ha definito la decisione dell’Italia “un passo importante
per Bruxelles”. Il padrone di casa del G20, il presidente francese Nicolas Sarkozy,
ne ha specificato le modalità: Roma dovrà riferire sui progressi ogni tre mesi. Una
prima missione partirà per la capitale italiana già la prossima settimana. La scelta
è stata accolta con favore anche da Christine Lagarde, a capo dell’Fmi, secondo cui
i provvedimenti annunciati dall’Italia soffrono per la mancanza di credibilità: un
problema, quello della sfiducia dei mercati nelle misure che, secondo Lagarde, è riconosciuto
anche dal governo italiano e dai partner europei. Dal Summit del G20 esce poi confermato
il piano d’azione per la crescita e la stabilità, emerso fin da giovedì. Le maggiori
potenze del mondo si impegnano a fare, ciascuna, la propria parte. Tra questi, i Paesi
con finanze pubbliche più solide, ovvero quelli emergenti, sosterranno maggiormente
la domanda se la situazione economica peggiorerà. I garanti del G20 si impegnano poi
ad assicurare risorse aggiuntive, e in modo tempestivo, al Fondo Monetario Internazionale.
Tra
i primi dati che è stato possibile rilevare dal documento finale del vertice del G20
di Cannes, c’è quello della diffidenza dei mercati finanziari che hanno reagito in
maniera negativa chiudendo con perdite oltre il 2,5%. All’economista Riccardo Moro
abbiamo chiesto se il documento emerso dal G20 contenga, nonostante la bocciatura
dei mercati, degli spunti positivi per l’economia mondiale. L’intervista è di Stefano
Leszczynski:
R. - La lettura
del documento dà l’idea di un’attenzione in parte anche nuova ai temi sociali. Il
documento è buono e si parla di dimensione sociale della globalizzazione e di occupazione:
c’è una forte enfasi sull’occupazione.
D. - Il dato principale che
emerge è un po’ il capovolgimento del mondo che eravamo abituati a vedere: i Paesi
emergenti si impegnano a sostenere le economie dei grandi Stati in crisi…
R.
- Non c’è dubbio che aree del pianeta come l’Asia - non solo la Cina - e l’America
Latina stanno certamente meglio di quanto stiano il Nord America e l’Europa. E’ vero,
però, che tutti hanno bisogno di tutti: nessuno può permettersi un perdurare della
crisi ancora a lungo in Europa e negli Stati Uniti, perché questo significa anche
contrazione delle vendite della Cina, significa fatiche per tutte le altre regioni
del Pianeta. E’ anche interessante come dal punto di vista sia della governance, sia
anche dell’immagine della leadership politica, e non solo economica, non è più un
monopolio dei vecchi Paesi, ma è più condivisa. Rimangono ancora tagliati fuori gli
ultimi: l’Africa continua a non contare nulla…
D. - Tutti hanno bisogno
di tutti, però alcuni sono “osservati speciali”: sembra quasi che il G20 di Cannes
si sia concentrato solo sulla situazione italiana e greca?
R. - Da un
lato, è estremamente imbarazzante per i due Paesi e a maggior ragione per l’Italia,
che dovrebbe essere una potenza europea; dall’altro, però, è un atto assolutamente
dovuto vista la situazione e vista la mancanza di credibilità da un lato del governo
italiano e viste le fatiche oggettive dal punto di vista finanziario del governo greco.
D. - Misure severe e impegni dei governi non hanno, tuttavia, convinto
i mercati che hanno risposto in maniera poco entusiasta…
R. - I mercati,
in questo momento, sono dominati da movimenti di speculazione in cui, evidentemente,
qualunque scusa è buona per suscitare continui cicli di ribassi e di rialzi. Se si
osserva quello che è capitato nelle ultime settimane non abbiamo delle cadute continue
ma abbiamo dei cicli di caduta e rialzo. Difendersi da questa speculazione è difficile.
Lo si fa da un lato con l’unità politica e, quindi, mostrando coesione e dall’altro
lato lo si potrebbe fare con una gestione ancora più severa delle borse. (mg)