Religioni e preghiera. Padre Bejan: “costruttori di pace a partire dalla fede”
“Il mondo ha bisogno di costruttori di pace a partire dalla fede. Ancorato in Dio,
l’uomo santifica il luogo dove vive e aiuta gli altri fraternamente a camminare insieme:
questo è lo ‘spirito di Assisi’”. Ne è convinto padre Silvestro Bejan, francescano
conventuale e delegato generale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso del Cefid
(Centro francescano internazionale per il dialogo, con sede ad Assisi), che ieri pomeriggio
ha tenuto a Padova la prolusione del Dies academicus dell’Istituto superiore di Scienze
religiose. Il tema della riflessione, cui è stata dedicata la seduta accademica è:
“A 25 anni dall’incontro interreligioso di Assisi: religioni e preghiera”. “La pace
– spiega padre Bejan le cui parole sono state riprese dall'agenzia Sir - è un dono
che l’essere umano chiede a Dio nella preghiera”; per questo “il mondo non può fare
a meno della preghiera” e “questa è la lezione permanente di Assisi”. La preghiera
“si basa sulla credenza religiosa e se le credenze religiose sono diverse, anche le
preghiere saranno differenti”; per questo, precisa, la formula scelta per l’evento
del 1986 era “essere insieme per pregare”, non “pregare insieme” tra esponenti di
religioni diverse. “Il pellegrinaggio ad Assisi” non era voluto per “pregare insieme”,
ma per “stare insieme per pregare”. Secondo padre Bejan non si può pertanto parlare
di “relativismo religioso” o di errata convinzione che “ogni religione sia buona quanto
un’altra”, né di sincretismo religioso o di ricerca di un “minimo comune dominatore”,
bensì di “spinta al cammino verso la verità”, facendosi “carico insieme della causa
della pace contro ogni specie di violenza”. E se l’espressione “lo spirito di Assisi”
è diventata “uno slogan fortunato ma anche inflazionato, utilizzato in ambiti diversi
fra loro ed appartenenti a registri talvolta in palese contraddizione”, padre Bejan
invita ad opporsi alla “deformazione del messaggio delle religioni e dei loro simboli.
La felice formula, non ‘pregare insieme’, ma ‘stare insieme per pregare’ tra esponenti
di religioni diverse va ancora approfondita”. Compito della teologia è allora “stroncare
le forzature e disincrostare l’espressione dai significati ‘abusivi’ che le sono stati
attribuiti”. La vera sfida è “riscoprire il valore dell’intuizione e portarlo a effetto
percorrendone la strada e allo steso tempo operando un discernimento su quella continua
e viva rielaborazione che l’idea nel tempo ha ricevuto”. Compito della teologia, conclude
il religioso, è “testimoniare” che lo “spirito di Assisi” si trova “seminato nei cuori
di tanti pellegrini” e continua a “pellegrinare” e “soffiare”. (A.L.)