India: i vescovi del Karnataka chiedono giustizia per 150 giovani cristiani
Una delegazione guidata dall’arcivescovo di Bangalore, mons. Bernard Blasius Moras,
ha reiterato al Primo ministro dello Stato del Karnataka, in India, la richiesta di
chiudere i dossier di accusa aperti riguardanti 150 giovani cristiani. L’arcivescovo
e il presidente del Forum dei cristiani uniti del Karnataka hanno chiesto che vengano
chiusi quei casi. I giovani sotto inchiesta - precisano - sono innocenti e sottoposti
ad investigazioni e limitazione della loro libertà personale. Il primo ministro aveva
già promesso all’arcivescovo Moras e al vescovo di Mangalore che avrebbe chiuso, prima
possibile, i dossier contro i giovani. Ma al momento continua l’impasse. Le autorità
locali hanno anche precisato che il ritiro delle denunce richiede tempo perché i verbali
di polizia devono essere verificati dal procuratore. In Karnataka, intanto, la situazione
della comunità cristiana è sempre più grave. Prosegue, in particolare, la persecuzione
da parte di fondamentalisti indù. Secondo fonti locali, in molti casi sarebbe stata
riscontrata anche la complicità della polizia. Sajan K George, presidente del Global
Council of Indian Christians, ha dichiarato all'agenzia AsiaNews che la giustizia
per le vittime dell’ondata di violenza contro i cristiani è lenta e inefficace. Sono
almeno 37 i casi di aggressione registrati dall’inizio dell’anno. (A.L.)