India: gli ultimi cinque pescatori srilankesi liberi grazie all’intervento della Chiesa
Grazie alla mediazione dell’arcidiocesi di Cuttack–Bhubaneswar, il governo dell’Orissa
ha liberato ieri gli ultimi cinque pescatori srilankesi dei 24 arrestati in settembre,
con l’accusa di invasione delle acque territoriali indiane. Il rilascio è avvenuto
in anticipo rispetto a quanto affermato negli scorsi mesi dalle autorità. Il 3 ottobre
scorso - riferisce l'agenzia AsiaNews - il tribunale aveva annunciato la scarcerazione
dei prigionieri non prima del gennaio 2012. La liberazione dei 24 pescatori è iniziata
lo scorso 1° ottobre, quando padre Dibakar Parichha, segretario di Giustizia, pace
e sviluppo dell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, ha preso l’iniziativa e convinto
il governo locale a liberare dieci di loro. Essi erano detenuti nella prigione di
Jagatsinghpur. Fra il 3 e il 4 ottobre, altri nove – di cui cinque cristiani – sono
stati rilasciati. Il giudice ha consentito al sacerdote di occuparsi degli ex detenuti,
ospitandoli negli appartamenti della diocesi fino a completamento delle altre formalità
ufficiali. Padre Parichha esprime ad AsiaNews la sua gioia e sottolinea che questa
liberazione è una grande conquista. “I cinque cittadini dello Sri Lanka – afferma
– potranno presto riunirsi alle loro famiglie e ricominciare la loro vita con speranza
e ottimismo”. Tali arresti prolungati rientrano nella decennale polemica tra New Delhi
e Colombo per i continui sconfinamenti dei pescatori che irritano innanzitutto i governi
degli Stati indiani costieri e delle isole della Baia del Bengala. In questi anni,
il governo Indiano ha incarcerato più volte equipaggi per aver invaso le sue acque
territoriali. Nel marzo 2009, durante una battuta di pesca, nove barche con a bordo
un totale di 51 uomini sono state bloccate fra gli arcipelaghi delle Andamane e Nicobare
(India). Per oltre sei mesi i pescatori sono rimasti in carcere, senza una motivazione
precisa e senza la possibilità di comunicare con le proprie famiglie. (R.P.)