Grecia al voto di fiducia sull’austerity dopo il passo indietro sul referendum
Il governo greco di Papandreou si prepara nel pomeriggio ad affrontare in parlamento
il voto di fiducia. Nella giornata di ieri, il premier si era già detto disponibile
ad annullare il referendum sulle misure di austerity, sottolineando l’importanza
delle riforme volute dall’Ue per il salvataggio del Paese dalla bancarotta. Quali
dunque gli scenari che si preparano per la politica greca? Giancarlo La Vella
lo ha chiesto a Furio Morroni, raggiunto telefonicamente ad Atene:
R. – Oggi,
la giornata politica ad Atene è ancora più confusa di quella di ieri: serpeggia una
grossa delusione e rabbia fra i deputati del Pasok, il partito socialista al governo,
nei confronti del premier, che prima ha creato un grosso scompiglio con l’annuncio,
mai ufficializzato, in effetti, del referendum, referendum che poi, anche questa volta
sottobanco quasi, a mezza voce, è stato annullato.
D. – Ci sono i numeri
per confermare la fiducia al governo Papandreu?
R. – L’esito del voto
è assolutamente incerto. Papandreu rischia di non avere la fiducia, perché ieri dai
tre ai cinque deputati del Pasok hanno lasciato il partito. È anche vero però che
Papandreu sta facendo l’impossibile per riconquistare alcuni voti e superare la soglia
dei 151, che è la maggioranza minima prevista sui 300 deputati, perché vorrebbe, da
quello che si è capito, uscire a testa alta da questa esperienza di governo e non
uscirne privo della fiducia. La sua intenzione è quella – una volta ottenuta la fiducia
– di aprire colloqui con l’opposizione, per poi andare alla costituzione di un nuovo
governo.
D. – In caso di sfiducia, quali ricadute ci sarebbero per l’Europa?
R.
– La Grecia non otterrebbe entro il 15 dicembre – data massima di cui ha bisogno –
la sesta tranche degli aiuti concordati lo scorso maggio, e le casse statali
sono vuote, non ci sono i soldi per pagare gli stipendi e le pensioni degli statali.
L’Europa starà a guardare, nella speranza che si ricrei al più presto un governo di
unità nazionale, con tecnici al posto dei politici. (ap)
Siria: nove
morti a Homs sotto il fuoco dei carri armati È di nove uccisi il bilancio provvisorio
all'inizio di una nuova giornata di repressione in Siria da parte delle forze fedeli
al presidente, Bashar al Assad. Lo riferiscono attivisti antiregime, citati dalla
tv panaraba al Arabiya. L'agenzia ufficiale Sana, che cita abitanti di Homs, epicentro
della rivolta antiregime e teatro della sanguinosa repressione, afferma che i responsabili
delle violenze delle ultime 48 ore sono gruppi armati di terroristi "legati ad agende
straniere".
Somalia: Al Shabaab recluta bambini soldato negli slum
di Nairobi Al Shabaab recluta ragazzi appena dodicenni nelle baraccopoli di
Nairobi. I ragazzi vengono condotti in Somalia per combattere al fianco dei miliziani.
L'organizzazione islamica offre in cambio protezione, cibo e denaro, offerto anche
alle famiglie di origine. Lo ha riferito a Radio Netherlands un allenatore di una
squadra di calcio di Majero, uno dei tanti slum della capitale kenyana. Anche
un rapporto stilato dall'Onu a inizio anno aveva evidenziato il problema. Intanto,
il conflitto in Somalia coinvolge sempre più Paesi africani. Il Gibuti invierà nel
Paese circa 850 soldati per sostenere la missione di pace dell'Unione Africana: si
uniranno ai 9000 dell'Uganda e del Burundi, che già dal 2007 sostengono il debole
governo di transizione somalo contro i miliziani di Al Shabaab. Sull'altro fronte,
invece, truppe etiopi starebbero posizionandosi in Somalia, vicino a una roccaforte
di Shabaab. Il Kenya continua la sua offensiva in modo indipendente. Ieri, la forza
della Marina kenyana ha affondato un'imbarcazione che trasportava carburante per i
miliziani islamici, uccidendo 18 insorti. La strategia offensiva del Kenya è di interrompere
qualsiasi fornitura di armi e distruggere tutti i mezzi che i miliziani utilizzano
per trasportare rifornimenti e munizioni i Somalia. Tra questi persino la "grande
concentrazione di asini", utilizzati dagli insorti islamici shabaab per trasportare
armi.
L’esercito sudanese conquista roccaforte dei ribelli ai confini col
Sud Sudan L'esercito sudanese ha preso ieri il controllo della roccaforte ribelle
di Kurmuk, nello Stato del Nilo Azzurro, confinante con il Sud Sudan. Lo hanno riferito
il governo di Khartoum e fonti dei ribelli, che hanno accusato le truppe governative
di aver usato armi chimiche. La crisi nello Stato del Nilo Azzurro si aggiunge a quella
nel Sud Kordofan, anch’esso confinante col nuovo Stato del Sud Sudan.
La
Turchia smentisce l’intenzione di scortare la flottiglia diretta a Gaza Il
governo di Ankara ha smentito con gli Stati Uniti le informazioni secondo cui la flottiglia
di pacifisti diretta a Gaza sarebbe stata scortata da navi da guerra turche. La portavoce
del dipartimento di Stato, Victoria Nuland, ha riferito che il governo turco ha negato
con forza un'ipotesi del genere. Washington ritiene pericolosa l'iniziativa della
flottiglia e ha esortato i cittadini americani ad astenersi da attività del genere.
A bordo delle due imbarcazioni che trasportano aiuti umanitari, ci sono una trentina
di persone giunte da Australia, Canada, Irlanda, Stati Uniti, e anche palestinesi
e un arabo israeliano. Israele ha fatto sapere che sono stati completati i preparativi
per intercettare la mini-flottiglia già nelle prossime ore.
Afghanistan:
militare ucciso da insorti nel sud Un soldato della Forza internazionale di
assistenza alla sicurezza (Isaf) è morto ieri durante un attacco degli insorti nell'Afghanistan
meridionale. Lo ha riferito oggi la stessa Isaf a Kabul. Le vittime militari straniere
in Afghanistan sono tre in novembre 2011 e 512 dall'inizio dell'anno.
Tunisia:
morto Makhtoum, il poeta guerrigliero Si è spento ieri sera, all'età di 59
anni, il poeta tunisino, Abdelhafidh Makhtoum. Lo scrittore, da tempo malato, è stato
protagonista della vita culturale tunisina ed emblematica figura della causa palestinese.
Nel 1982, combatté in Libano nelle file dell’Olp. La sua opera più importante è “El
Kanaani el maghdour” ("Il Cananeo tradito"), diventato poi il suo soprannome. La sua
ultima raccolta di poesie s’intitola “L'ultimo amore” ed è stata pubblicata dall'Olp.
Incidente
nucleare di Fukushima: il Giappone stanzia 8,3 miliardi di euro Il governo
giapponese ha dato oggi il via libera ad un aiuto pubblico di 900 miliardi di yen
(8,3 miliardi di euro) alla Tepco, gestore della centrale di Fukushima. L’aiuto serve
per finanziare parte degli indennizzi alle vittime dell'incidente nucleare. I fondi
serviranno inoltre a compensare i danni subiti dalle imprese e da decine di migliaia
di persone che hanno abbandonato le loro abitazioni.
Esplosione in miniera
cinese: quattro morti e 57 persone in trappola Quattro minatori sono morti
e 57 sono rimasti intrappolati sotto terra in seguito a un'esplosione in una miniera
dell'Henan, nella Cina centrale. Secondo i media cinesi, è stata un'esplosione di
rocce causata dall'improvviso rilascio di una forte pressione, verificatasi dopo un
terremoto. Il portavoce del gruppo che gestisce la miniera ha affermato che si sta
lavorando “intensamente” per salvare i superstiti. Le miniere della Cina sono considerate
le più pericolose del mondo: ogni anno migliaia di minatori perdono la vita a causa
di frane, esplosioni e inondazioni.
Usa: manifestazioni “Indignati”, 100
arresti e otto feriti negli scontri ad Oakland È di otto feriti e oltre 100
arresti il bilancio degli scontri di ieri tra manifestanti e forze dell’ordine ad
Oakland, negli Usa. Durante la manifestazione pacifica di circa tremila persone, almeno
un centinaio di militanti, incappucciati e vestiti di nero, hanno attaccato e danneggiato
tutto quello che avevano davanti. La polizia ha risposto con cariche, lacrimogeni
e proiettili di gomma. Quella di ieri è stata forse la manifestazione più violenta
tra le tante organizzate in questi mesi negli Stati Uniti.
Il 21% dei parlamentari
indiani ha conti aperti con la giustizia In India, la Corte suprema ha definito
“inquietante” il fatto che il 21% dei parlamentari è stato denunciato a vario titolo,
ma non ancora sottoposto al processo. La Corte suprema ha anche disposto che le cause
riguardanti i 162 membri della Lok Sabha (Camera bassa) e la Rajya Sabha (Senato)
siano trattate al più presto.
Avanzano le inondazioni in Thailandia, di
nuovo a rischio il centro di Bangkok Sono almeno 442 i morti causati dalle
inondazioni in Thailandia. L'acqua è arrivata a lambire le fermate più settentrionali
della metropolitana di Bangkok e minaccia di penetrare nel centro della città. Secondo
gli esperti è questione di giorni. Un quinto della superficie della capitale è ormai
allagato. L'aeroporto internazionale Suvarnabhumi - situato circa 30 chilometri a
est del centro - non corre al momento pericoli. Crescono invece i timori per il diffondersi
di malattie a causa dell'acqua stagnante. (Panoramica internazionale a cura di
Fausta Speranza e Giovanni Cossu)
Bollettino del Radiogiornale della
Radio Vaticana Anno LV no. 308