2011-11-03 08:09:49

I vescovi della Tanzania: la crisi finanziaria è prima di tutto una crisi morale causata dall’egoismo


“Un appello necessario ad un maggiore senso di responsabilità in nome del bene comune”: lo scrive la Commissione Giustizia e Pace della Chiesa in Tanzania, in un comunicato diffuso nei giorni scorsi. Il documento arriva dopo la Nota sulla riforma del sistema finanziario internazionale pubblicata il 24 ottobre dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e in cui si auspica, tra l’altro la creazione di un’Autorità pubblica a competenza universale al servizio del bene comune, la riforma del sistema monetario internazionale, la tassazione delle transazioni finanziarie e la ricapitalizzazione delle banche con fondi pubblici. Il tutto in nome di un mercato a servizio della persona, in cui l’etica e la politica prevalgano sulla finanza. La Conferenza episcopale della Tanzania (CET) – in particolare padre Vic Missiaen, segretario della Commissione dei vescovi per la Giustizia e la Pace, che sigla il comunicato – esprime il suo plauso per la nota del dicastero vaticano, auspicando che d’ora in poi la Chiesa venga ascoltata di più dalle istituzioni finanziarie. Nel dettaglio, la Chiesa tanzaniana ribadisce che “la crisi finanziaria è prima di tutto una crisi morale, una crisi che nasce dal rifiuto di voler fare del bene comune la base degli interventi politici”. E questo avviene “sia da parte delle autorità a vari livelli, sia a livello di tutti i cittadini”. D’altronde, anche la Chiesa “deve partecipare direttamente alla formazione della volontà politica”. Inoltre, la CET sottolinea che “esortare un cambiamento dal punto di vista morale è una necessità e rappresenta il primo motore del comportamento umano, individuale e sociale”. In questo senso, i vescovi richiamano l’importanza di “un forte impegno per un’autorità morale globale, piuttosto che per un potere finanziario globale”. Infine, guardando in modo specifico alla realtà africana, il comunicato dei vescovi tanzaniani afferma: “Nel nostro continente, le istituzioni finanziarie stanno cominciando ora ad entrare nelle attività speculative internazionali; tuttavia, c’è già una grande necessità di intervenire nel mercato finanziario in crescita affinché tali istituzioni pratichino una maggiore responsabilità sociale e una maggiore solidarietà”. Così facendo, si potranno contrastare quei “professionisti africani che stanno tradendo il loro popolo, praticando quello stesso egoismo e quella stessa avidità che si riscontra a livello internazionale”. (A cura di Isabella Piro)







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