2011-11-03 15:09:10

Filippine. Nuovo appello dei vescovi contro il disegno di legge sulla salute riproduttiva


“Ancora una volta, no al disegno di legge sulla salute riproduttiva!”: parla chiaro la Conferenza episcopale filippina (CBCP), in una nota pubblicata oggi sul proprio sito web e in cui si ribadisce l’appello affinché il governo non approvi il Reproductive Health Bill (Rh Bill), ovvero la proposta normativa sulla salute riproduttiva. Il dibattito su questa legge è in corso nel Paese da quattro anni: il testo in via di approvazione rifiuta l’aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare, invitando le coppie a non avere più di due figli, sanziona l’obiezione di coscienza di medici e operatori sanitari e favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira ha diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore, basata sui valori cristiani. Nel loro nuovo appello, a firma di mons. Nereo Odchimar, presidente della CBCP, i vescovi filippini sottolineano che l’Rh Bill non è una soluzione ai problemi del mondo, che ha recentemente raggiunto i 7 miliardi di popolazione: “Il problema – scrivono i presuli – non è la popolazione, ma la disuguaglianza e questo disegno di legge non è in alcun modo una contromisura o una soluzione di fronte a tale realtà ingiusta”. Anzi, ribadisce la Chiesa filippina, “l’Rh Bill potrebbe solo peggiorare la situazione, poiché miliardi di risorse sarebbero destinati alle pillole contraccettive”, mentre “la ricchezza delle Filippine, una cui parte significativa viene distribuita in modo disuguale a causa della corruzione, andrebbe utilizzata per migliorare la vita dei cittadini”. Per questo, i vescovi si dicono “fermamente convinti nel ripetere che il disegno di legge sulla salute riproduttiva deve essere respinto”. Quanto al governo che afferma, invece, che tale normativa sarebbe la chiave per garantire a tutti la parità di accesso ai beni di prima necessità, la Conferenza episcopale risponde: “Il problema della disuguaglianza nel Paese ha origine nella massiccia corruzione e concussione, nell’abuso di potere, nell’avidità e nella disonestà di chi governa”. Di qui, l’invito ad una maggiore consapevolezza su questa drammatica realtà la cui soluzione dovrebbe essere, insistono i vescovi, “il principale obiettivo” dell’esecutivo. Anche perché, conclude la nota episcopale, “dal governo ci si aspetta che, attraverso i suoi appositi organismi, contribuisca realmente ad eliminare dalla sfera sociale quei problemi che continuano ad impoverire i poveri e a privarli dei servizi dovuti”. (I.P.)







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