2011-11-03 15:35:48

Congresso sul microcredito come fattore di sviluppo presso l’Università Europea di Roma


“Il microcredito rappresenta una speranza nella lotta alla povertà e all’emarginazione. Una speranza che vede al centro di tutto la dignità della persona”. Con queste parole Mario Baccini, presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, si è aperto oggi, nell’Università Europea di Roma, il convegno sul tema “Il microcredito come fattore di sviluppo”, moderato da padre Paolo Scarafoni, rettore della stessa università. Nei paesi in via di sviluppo, si è detto durante il convegno, tante famiglie vivono con i proventi delle loro piccole imprese. Spesso, però, hanno difficoltà ad accedere al prestito bancario e questo ostacolo impedisce l’avvio e la crescita delle loro attività. I programmi di microcredito, in questi anni, hanno rappresentato una soluzione al problema e hanno permesso l’accesso ai servizi finanziari anche a persone che vivono in condizioni di povertà ed emarginazione. Nel suo intervento introduttivo la prof.ssa Matilde Bini, coordinatrice dell’Ambito di Economia dell’Università Europea di Roma, ha spiegato che il microcredito consiste in “piccoli prestiti, quelli che le banche non trattano, erogati a fronte dell’assenza di un deposito o di garanzie reali. Sono i prestiti per gli ultimi della Terra. Secondo lo schema più noto, i prenditori del prestito si impegnano a onorare il debito collettivamente: sono cioè responsabili l’uno con l’altro, prima ancora che con l’istituto che eroga il microcredito. Dal successo del progetto imprenditoriale e dalla restituzione di tutti i prenditori dipende la possibilità di accedere a un nuovo piccolo prestito. Il sistema è quindi basato essenzialmente sulla fiducia, sulla libertà, sulla responsabilità di ciascuno. Al centro, vi è la persona, che come tale e non come individuo, è costitutivamente in relazione con gli altri. Si tratta di una nuova prospettiva per un’economia al servizio della persona”. Il prof. Fulvio Milano, docente di Finanza Aziendale presso l’Ambito di Economia dell’Università Europea di Roma ha spiegato che il microcredito interviene “con organismi di credito specializzati, situati nei paesi poveri e promossi dai paesi sviluppati, che rendono ‘bancabili’ le situazioni personali non bancabili con i criteri tradizionali. I microprestiti vanno da 20 dollari a qualche centinaio di dollari, concessi per tempi brevi, senza garanzie reali, con una forte vicinanza al cliente. I rischi dei prestiti vengono coperti con criteri ‘metodologici’ (non esistendo garanzie), quali prestiti a gruppi di microimprenditori con responsabilità solidale, tecniche avanzate di analisi della capacità e volontà di pagare da parte dei clienti, tecniche sofisticate di valutazione del rischio adattate alle esigenze dei microimprenditori dei paesi poveri, processi preventivi di apprendimento dei microimprenditori su concetti elementari di finanza e di business”. “I risultati concreti di questa attività bancaria - ha ricordato il prof. Milano - sono assai soddisfacenti, poiché il tasso di rimborso è altissimo, ben il 97% (con una ‘sofferenza’ quindi del 3%, quando in Italia i crediti in sofferenza sono il 10% del totale prestiti). I microcrediti erogati nei paesi in via di sviluppo con criteri bancari tradizionali sono oggi valutabili in circa 13 miliardi di dollari e hanno interessato circa 60-70 milioni di microimprenditori. I microcrediti erogati con criteri non bancari da organizzazioni specializzate hanno interessato negli anni meno di 10 milioni di persone: una goccia nel mare della povertà di 1,4 miliardi di persone viventi al disotto della soglia della povertà”. Il prof. Daniele Ciravegna, ordinario di Economia Politica presso l’Università degli Studi di Torino, ha sottolineato l’importanza dell’attenzione alla persona come caratteristica positiva e virtuosa del microcredito, basata su valori fondamentali come la cultura dell’accoglienza, dell’ascolto e dell’accompagnamento. Il tutto grazie al sostegno di tanti volontari qualificati che mettono a disposizione degli altri la loro esperienza. Il dott. Pietro Masci, già direttore dell’ufficio Mediterraneo e Balcani della BEI e già vice-direttore dell’ufficio infrastrutture e finanza del Banco Interamericano di sviluppo, ha spiegato che “il microcredito emerge come risposta alla domanda di credito dei micro-imprenditori, stimati in oltre 90 milioni in tutto il mondo con un potenziale di oltre 2 miliardi, che dimostrano iniziativa, disciplina e capacità di pagamento. La micro finanza include, oltre al credito, altri servizi finanziari come depositi, risparmi e assicurazioni. In questo senso il ruolo della micro finanza è cruciale per rompere il cerchio vizioso della povertà”.







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