Censimento dell'Istat sui senza fissa dimora in Italia
E’ ampia l’offerta dei servizi ai senza fissa dimora in Italia, ma le differenze Nord-Sud
sono ancora troppe e molto spesso sono i privati a gestirli. E’ quanto emerge da una
rilevazione dell’Istat, la prima del genere in questo settore. L’indagine mette in
luce che chi non ha una casa fa ricorso prima di tutto al cibo e al vestiario. Alessandro
Guarasci:
Sono 727
gli enti e le organizzazioni che nel 2010 hanno erogato servizi alle persone senza
dimora in 158 comuni, in cui l’indagine è stata condotta. Una massa di aiuto imponente,
oltre 3.100 prestazioni, fornite a due milioni e 600 mila soggetti. Ma non tutti questi
sono senza fissa dimora e inoltre l’Istat ha conteggiato più volte le stesse persone
che hanno usufruito di più servizi. L’offerta è soprattutto al Centro Nord. Basta
dire che il 40% è in Lombardia e Lazio. Il Sud dunque rimane indietro anche in questo
caso, dice il capo-dipartimento dell’Istat Linda Laura Sabbadini:
“Considerando
che è la zona del Paese dove è più diffusa la povertà, questo non fa ben sperare perché
certo non è ipotizzabile che al Sud ce ne siano così pochi ma semmai che ci sia un
maggior problema a finanziare questo tipo di servizi. Nelle zone del Sud la presenza
di servizi ecclesiali è molto più rilevante che non nel resto del Paese, a compensazione
di questa criticità”.
A livello nazionale il pubblico eroga solo il
14% dei servizi. Il resto lo fanno i privati, anche quelli che usufruiscono dei finanziamenti
pubblici, e le reti informali. Oramai la platea di chi si rivolge a questi enti si
sta ampliando. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas
Italiana:
“Non è più il classico barbone ma si vede la presenza di una
molteplicità di volti, di situazioni, che provengono da esperienze non necessariamente
legate alla strada, legate all’abbandono; lo scivolamento verso la condizione di senza
dimora è sempre più dettato anche da condizioni di normalità”.
Chi è
in difficoltà chiede soprattutto di mangiare, vestirsi e lavarsi. Ma c’è un 17% che
necessita di un tetto sotto il quale dormire.