2011-11-03 14:42:49

Censimento dell'Istat sui senza fissa dimora in Italia


E’ ampia l’offerta dei servizi ai senza fissa dimora in Italia, ma le differenze Nord-Sud sono ancora troppe e molto spesso sono i privati a gestirli. E’ quanto emerge da una rilevazione dell’Istat, la prima del genere in questo settore. L’indagine mette in luce che chi non ha una casa fa ricorso prima di tutto al cibo e al vestiario. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Sono 727 gli enti e le organizzazioni che nel 2010 hanno erogato servizi alle persone senza dimora in 158 comuni, in cui l’indagine è stata condotta. Una massa di aiuto imponente, oltre 3.100 prestazioni, fornite a due milioni e 600 mila soggetti. Ma non tutti questi sono senza fissa dimora e inoltre l’Istat ha conteggiato più volte le stesse persone che hanno usufruito di più servizi. L’offerta è soprattutto al Centro Nord. Basta dire che il 40% è in Lombardia e Lazio. Il Sud dunque rimane indietro anche in questo caso, dice il capo-dipartimento dell’Istat Linda Laura Sabbadini:

“Considerando che è la zona del Paese dove è più diffusa la povertà, questo non fa ben sperare perché certo non è ipotizzabile che al Sud ce ne siano così pochi ma semmai che ci sia un maggior problema a finanziare questo tipo di servizi. Nelle zone del Sud la presenza di servizi ecclesiali è molto più rilevante che non nel resto del Paese, a compensazione di questa criticità”.

A livello nazionale il pubblico eroga solo il 14% dei servizi. Il resto lo fanno i privati, anche quelli che usufruiscono dei finanziamenti pubblici, e le reti informali. Oramai la platea di chi si rivolge a questi enti si sta ampliando. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana:

“Non è più il classico barbone ma si vede la presenza di una molteplicità di volti, di situazioni, che provengono da esperienze non necessariamente legate alla strada, legate all’abbandono; lo scivolamento verso la condizione di senza dimora è sempre più dettato anche da condizioni di normalità”.

Chi è in difficoltà chiede soprattutto di mangiare, vestirsi e lavarsi. Ma c’è un 17% che necessita di un tetto sotto il quale dormire.







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