Al via a Cannes il summit del G20, accordo sulla tassazione delle transazioni finanziarie
Preceduto da una serie di bilaterali e di pre-vertici della zona Euro e dei Brics,
tra le minacce di un'uscita della Grecia dalla moneta unica e i timori e le pressioni
sull'Italia, si è aperto a Cannes il summit del G20. Ed una notizia importante già
c’è, e riguarda Francia e Stati Uniti, che avrebbero raggiunto un "punto comune" sull'introduzione
di una tassa sulle transazioni finanziarie che potrebbe essere inserito nel comunicato
finale del vertice. Sulla mattinata di incontri a Cannes, ci riferisce Salvatore
Sabatino:
Il presidente
Obama è giunto stamattina sulla Costa Azzurra, e appena sbarcato ha immediatamente
incontrato Sarkozy, al quale ha ribadito il proprio impegno per rilanciare la crescita
economica a livello globale, ammettendo inoltre che l'Europa ha compiuto passi in
avanti per una soluzione alla crisi dell'area Euro; subito dopo il faccia a faccia
con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, alla quale Obama ha riconosciuto la leadership,
senza la quale – ha detto – "non avremmo avuto i progressi che abbiamo visto". Passi
avanti, però, non certo sufficienti, visto che al G20 l’Europa è giunta in una situazione
drammatica, causata ancora una volta dalla Grecia. Tanto drammatica da rivoluzionare
la stessa agenda dei lavori, tutti incentrati, ora, sulla crisi ellenica e sulle possibili
ricadute sull’economia globale. Argomento, questo, al centro di una riunione dei Paesi
dell’Eurozona, che si è protratta oltre i tempi previsti, tanto da far saltare numerosi
incontri bilaterali in programma per oggi. Prof. Angelo Baglioni,
docente di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano:
R.
- Siamo in una fase drammatica, dove l’eventuale disgregazione dell’area Euro potrebbe
portare a una forte svalutazione delle attività finanziarie detenute anche da tanti
altri operatori nel resto del mondo, da banche internazionali, da banche centrali.
Quindi credo che giustamente gli americani, i cinesi ed anche altri investitori internazionali
siano molto preoccupati.
D. - Il vertice di Cannes è stato anticipato
da un incontro molto teso - dicono gli osservatori - tra Papandreu, Merkel e Sarkozy,
con un messaggio chiaro: la Grecia deve restare nell’area Euro, garantendo però la
stabilità alla moneta. Ma se dal referendum uscisse un “no” al piano europeo di aiuti,
cosa accadrebbe?
R. - Finora tutta la costruzione dell'Euro era basata
sul fatto che non si potesse uscire dall’Euro: se un Paese ad alto debito, come la
Grecia, comincia ad uscire, questo naturalmente comincerà a creare l’aspettativa che
in una fase successiva anche altri Paesi ad alto debito, come l’Italia, la Spagna
e il Portogallo, possano prevedibilmente uscire dall’Euro. Questo farebbe fare un
grosso balzo indietro alla storia dell’Europa. Quindi è una prospettiva molto negativa.
E proprio Spagna e Italia sono state chiamate a raccolta prima dell’inizio
ufficiale del summit. I due premier, Berlusconi e Zapatero, hanno incontrato gli omologhi
tedesco e francese, Merkel e Sarkozy; gli stessi che avevano accolto, insieme ai rappresentanti
del Fondo monetario internazionale e delle istituzioni comunitarie, il premier greco
Papandreu. Sulle posizioni di Roma e Madrid, ancora Angelo Baglioni:
R.
- L’Italia non sta facendo la sua parte. La sua parte vorrebbe dire proporre dei provvedimenti
concreti, cominciare a far vedere che si attuano gli impegni che sono stati elencati
in quella famosa lettera presentata al vertice della settimana scorsa.
D.
- E, invece, per quanto riguarda la Spagna?
R. - La Spagna si presenta
in una situazione un po’ migliore dell’Italia, nel senso che ha fatto alcune riforme
importanti, relative alla finanza pubblica e al mercato del lavoro. Vi è anche da
dire che ha, d’altra parte, un sistema bancario più debole dell’Italia. E’ anche vero,
però, che sul fronte bancario ha preso dei provvedimenti importanti di ricapitalizzazione
del sistema bancario. L’ultima differenza importante, rispetto all’Italia, è che un
governo come quello di Zapatero, indebolito dalla crisi economica, ha deciso ad un
certo punto di farsi da parte per cercare di sbloccare la situazione e dare una prospettiva
diversa al Paese. Questo in Italia, al momento non sta succedendo; viceversa la situazione
si sta proprio bloccando su questo punto, mi sembra: sulla mancanza di un ricambio
di governo.
Intanto i Paesi "Brics", Brasile, Russia, India, Cina e
Sud Africa, hanno deciso di elaborare una posizione comune sulla crisi dell'Eurozona.
Ne hanno parlato stamattina, sempre a Cannes, il presidente russo Dmitri Medvedev
e l'omologo cinese Hu Jinato. Un’analisi su questi Paesi, ce la fornisce sempre Angelo
Baglioni, docente di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano:
R.
- Questi Paesi hanno capacità di sviluppo e sistemi economici in parte diversi. Diciamo
che non tutti poi vanno così bene: insomma anche i "Brics" hanno i loro problemi.
E’ chiaro, però, che in generale Paesi che partono da livelli di sviluppo più bassi
è possibile e facile che abbiano tassi di crescita più alti che non i Paesi occidentali.
Ed oggi pomeriggio lavori ufficiali al via; due giorni intensi in cui
i 20 Paesi più industrializzati della Terra dovranno disegnare il profilo della nuova
economia, risolvendo quei problemi che continuano a rovinare il sonno soprattutto
dei leader del Vecchio Continente. (mg)