Terra Santa: il Patriarcato latino chiede "libertà religiosa per i cristiani del mondo
arabo"
“Basta! Anche i cristiani del mondo arabo hanno il diritto alla libertà di coscienza,
alla libertà religiosa e a quella di non essere considerati come cittadini di seconda
classe. Non hanno forse anche i cristiani una parola da dire nel processo di democratizzazione
del mondo arabo?”. È quanto si legge nell’ultimo editoriale di “Gerusalemme” notiziario
informativo mensile del Patriarcato latino di Gerusalemme, firmato da Christophe Lafontaine.
Interamente dedicato agli sviluppi della cosiddetta ‘Primavera araba’ l’editoriale
richiama le ultime vicende nell’Egitto post Mubarak con i copti vittime di violenze
e attacchi: “coloro che avevano partecipato alla rivoluzione che aveva portato, l’11
febbraio, alla caduta del regime di Mubarak, nove mesi dopo sono vittime di un regime
di transizione politica che ha fatto rinascere le tensioni tra le comunità il futuro
delle minoranze cristiane in un mondo arabo risollevatosi a motivo delle promesse
di democrazia, è nuovamente una questione cruciale”. Un tema - riporta l'agenzia Sir
- affrontato dalla conferenza dei vescovi latini delle regione arabe, tenutasi a Roma
dall’11 al 13 ottobre. “La regione araba sta sanguinando” scrive Lafontaine, che riferisce
dati che sono impietosi: “secondo l’Unione egiziana dei Diritti umani, 100.000 copti
hanno lasciato il Paese dal mese di marzo, emigrando in Usa, Canada, Europa e Australia.
In Iraq, dopo l’intervento anglo-americano del 2003, il Paese si è svuotato di cristiani,
presi di mira da parte di gruppi islamici e messi totalmente ai margini dalle nuove
autorità. Almeno 400.000 di essi hanno trovato rifugio in Occidente, oppure sono accampati
alla periferia di Aleppo e Damasco in Siria. In particolar modo in Siria i cristiani
si dimostrano piuttosto sfiduciati di fronte ai processi rivoluzionari iniziati in
questi mesi e temono l’esplosione di quell’equibrio confessionale, creatosi in qualche
modo tra sunniti, cristiani e alawiti”. Ma la domanda più preoccupante è questa: “se
si profila la possibilità della sharia per l’Egitto e la Siria, che ne sarà dei cristiani?
In Israele, inoltre, si stanno moltiplicando gli attacchi anti-arabi. Durante lo stesso
fine settimana in cui è avvenuta la tragedia egiziana, la polizia ha scoperto, a Giaffa,
decine di tombe musulmane e cristiane profanate. Dopo tutte queste minacce indirizzate
ai cristiani del Medio Oriente – conclude l’editoriale - dobbiamo seriamente impegnarci
con la preghiera. Insieme a tutti i cristiani gridiamo ‘basta’”. (R.P.)