2011-11-02 14:17:15

Forti contrasti tra l’Amministrazione Usa e la Chiesa cattolica su aborto e controllo delle nascite


Questa volta lo scontro è costato alla Conferenza episcopale americana il taglio dei fondi all’Ufficio migrazione e Servizio rifugiati da parte del Dipartimento alla Salute e ai Servizi sociali. Vengono dunque sospesi i finanziamenti devoluti dal 2006 ai centri gestiti dalla Chiesa cattolica per dare ospitalità ai rifugiati e contrastare la piaga di chi traffica esseri umani con scopi che vanno dalla prostituzione, alla riduzione in schiavitù fino all’espianto di organi. Difficile comprendere il motivo se nel 2010 i Centri cattolici si sono presi cura del 28% dei rifugiati arrivati negli Stati Uniti. Se non che i Centri cattolici – in linea con gli insegnamenti del Magistero - hanno rifiutato di mettere a disposizione delle donne servizi quali l’aborto e i mezzi contraccettivi. I fondi previsti sono stati quindi assegnati ad altre tre organizzazioni (U.S. Committee for refugees and Immigrants e le associazioni Heartland e Tapestry), che – è stato spiegato - offrono “cure ostetriche e ginecologiche” ad ampio raggio. Dura la reazione dei vescovi Usa che hanno minacciato una causa legale per discriminazione di un gruppo non profit sulla base della religione. Da rilevare che una Commissione indipendente all’interno del Dipartimento alla Salute e ai Servizi aveva giudicato i centri di aiuto cattolici più qualificati degli enti concorrenti, contestando ora la decisione di favorire quest’ultimi. Una decisione definita “politica e ingiusta”, che la stessa Commissione ha denunciato ai media e sottoposto all’Ispettore generale del Dipartimento alla Salute e ai Servizi sociali. Sul fronte opposto l’Associazione per i diritti civili (Aclu) aveva già querelato il governo di Washington per non avere imposto alla Conferenza episcopale di applicare il protocollo etico della riproduzione sottoscritto dalla autorità civili. In attesa della sentenza l’Amministrazione Obama sembra aver optato per una scelta, che allontana ulteriormente il mondo cattolico dalla sua politica sociale. (A cura di Roberta Gisotti)







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