Alluvioni in Thailandia: si temono epidemie a Bangkok. La testimonianza di un sacerdote
Fidei donum
È salito a 427 morti il bilancio delle vittime delle inondazioni che hanno colpito
la Thailandia. A Bangkok è ancora emergenza: sono numerosi i quartieri allagati mentre
si attende una nuova alluvione per metà novembre. Nella capitale, intanto, aumentano
le proteste dei cittadini e i contrasti politici tra governo centrale e governo locale
sulla scelta di salvare dall’acqua alcune zone rispetto ad altre. Sulla situazione
Luca Collodi ha raccolto la testimonianza di don Attilio Battisti, sacerdote
Fidei donum in missione in Thailandia:
R. - Attualmente
la situazione si sta complicando ulteriormente, perché anche la pazienza notoriamente
famosa dei thailandesi sta venendo meno… Quello che hanno definito uno “tsunami lento”
- e di fatto ha causato più danni che lo tsunami del Giappone - sta logorando la pazienza
dei cittadini e soprattutto di quelli della capitale, di Bangkok, dove si sta riversando
gran parte dell’acqua accumulata in questi mesi di piogge torrenziali e per i due
monsoni che hanno distrutto un po’ tutta l’area centrale del nord-est della Thailandia.
La situazione è davvero grave: inizia ormai a scarseggiare il cibo e l’acqua potabile,
la luce elettrica è stata tagliata per evitare danni maggiori… Attualmente il problema
principale è la difesa e la salvaguardia delle principali zone industrializzate e
anche di quelle - diciamo così - di movimento turistico e di movimento economico.
Il problema, fino a qualche giorno fa, era che l’acqua non riusciva a defluire per
l’alta marea: quindi anche la coincidenza dell’alta marea non ha fatto che rallentare
ulteriormente il deflusso di tutta l’acqua che si è accumulata non soltanto nelle
campagne, distruggendo un po’ tutto, ma anche nelle dighe dove ormai sta un po’ debordando…
D. - C’è il rischio di qualche epidemia a livello sanitario?
R.
- Sì, attualmente sta crescendo. L’acqua, stagnando da più di un mese, inizia a trasportare
carcasse, cadaveri… Ma ci sono anche altri pericoli come i serpenti e coccodrilli
che sono in stato di libertà… Adesso il timore è veramente quello di avere delle malattie
nuove: qualcuno teme già la diffusione della malaria.
D. - Quindi una
situazione che non si risolverà a breve…
R. - Esatto, in questo momento
si parla di almeno 40 giorni per lo smaltimento di tutto: non so se in questo includano
anche la pulizia delle strade, dei quartieri alluvionati. Si parla di un metro e in
qualche zona anche fino a due metri di acqua… La gente ormai sta perdendo la pazienza
e ieri ci sono stati anche alcuni episodi di aggressività nei confronti delle forze
armate che proteggono le dighe e le barriere che si sono create con sacchi di sabbia
e terra: queste persone, vedendo che la loro zona è sempre allagata, mentre si cerca
di salvare altre zone delle capitale, iniziano un po’ a stancarsi…. (mg)