Nel libro di don Giovenale Dotta, l’attualità di San Murialdo
Presentare l’attualità di San Murialdo, una delle più belle figure del cattolicesimo
piemontese dell'Ottocento, partendo da un’accurata biografia critico scientifica.
E’ la sfida tracciata dalla penna dello storico don Giovenale Dotta nel testo, edito
dalla Libreria Editrice Vaticana: “Leonardo Murialdo – Infanzia, giovinezza e primi
ministeri sacerdotali”. La pubblicazione, unica nel suo genere per il rigoroso rispetto
delle fonti, ripercorre i primi trentotto anni del fondatore della Congregazione di
San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo). San Murialdo spese la sua vita al servizio
dei poveri, dei giovani, fu attivo nel mondo operaio, nell’associazionismo cattolico
e impegnato nell’apostolato per una stampa di indirizzo cristiano. Massimiliano
Menichetti ha intervistato l’autore don Giovenale Dotta:
D. - Chi
era Leonardo Murialdo?
R. - Era un sacerdote torinese che si è dedicato
prevalentemente all’attività tra i giovani poveri ed abbandonati. Ha avuto un ruolo
significativo nel movimento cattolico torinese e piemontese e in parte anche italiano.
Questo primo volume riguarda la sua giovinezza e quindi il periodo - diciamo - preparatorio,
prima della sua grande attività in campo sociale, assistenziale ed educativo.
D.
- Don Giovenale, questo è quindi un primo lavoro, ma è un libro chiuso in sé: si può
leggere anche autonomamente…
R. - Sì, si può leggere anche autonomamente,
perché presenta la sua giovinezza, i suoi studi, la sua attività negli oratori, che
è molto bella proprio perché in dialogo con gli altri sacerdoti della Torino dell’Ottocento.
Quindi ha un suo senso, come primo volume della sua biografia. Potrebbero forse essere
tre i volumi: un secondo volume che parla della sua attività educativa e sociale;
un terzo volume che probabilmente parlerà della sua attività di fondatore della Congregazione
dei Giuseppini del Murialdo.
D. - San Murialdo muore cento anni fa:
qual è la sua attualità?
R. - La sua attualità potrebbe essere presentata
su vari versanti: nel campo dell’apostolato è stato uno di quelli che ha precorso
i tempi sulla collaborazione dei laici alle attività apostoliche della Chiesa; nel
campo educativo, penso che la sua attualità sia grande oggi proprio perché la Chiesa
italiana è impegnata in quella che si chiama “emergenza educativa”. San Murialdo ha
saputo intervenire, insieme a Don Bosco e ad altri educatori, in un campo dove la
Chiesa non riusciva tanto ad essere presente e cioè il mondo dell’educazione e soprattutto
dell’educazione di ragazzi difficili, di ragazzi di strada…
D. - E’
stato un lavoro complesso, perché?
R. - Non esisteva finora una biografica
critico-scientifica di San Leonardo Murialdo. Il suo successore alla guida delle sue
istituzioni, don Reffo, aveva scritto una buona biografia, recensita anche da “La
Civiltà Cattolica” nel 1903. Questa biografia parzialmente ancora valida oggi, era
poi stata - diciamo così - sostituita da altre biografie: la più importante delle
quali era del più famoso biografo, don Armando Castellani, mio confratello, un giuseppino.
Questa biografia, molto poderosa, tuttavia è rimasta incompiuta, perché l’autore è
morto prematuramente, riuscendo a scrivere soltanto due volumi; il terzo non gli è
stato possibile realizzarlo. Questa biografia ha un po’ il tono agiografico che era
caratteristico degli anni Sessanta e c’è stato il bisogno di precisare un po’ l’uso
che l’autore ha fatto delle fonti; correggere qualche notizia. Era oramai tempo, dopo
più di 40 anni dall’uscita dalla biografia di Castellani, che venisse rivisitata la
storia critica di questo santo, anche perché negli ultimi 40 anni nuove acquisizione
istoriografiche hanno cambiato un po’ le carte in tavola delle conoscenze di questo
santo, soprattutto per quel che riguarda la spiritualità e - sull’altro versante -
la sua attività sociale.
D. - Perché quali erano i punti - diciamo
- di diversità?
R. - Soprattutto il fatto che prima si vedeva l’attività
dei cattolici torinesi e piemontesi, quasi che ruotasse tutta attorno a San Leonardo
Murialdo; adesso più correttamente - a me sembra di poter dire - il Murialdo si è
inserito come protagonista valido e di primo piano nel movimento cattolico torinese,
ma in azione armonica insieme a tanti altri protagonisti, sacerdoti e soprattutto
laici. (mg)