Guardare alla Chiesa non nel suo aspetto umano ma come comunione di Santi: così il
Papa all’Angelus nella Solennità di tutti i Santi
“La santità è l’originaria vocazione di ogni battezzato”: così il Papa nella Solennità
di Tutti i Santi ribadisce che ci sono diverse vie di santità. Poi il pensiero alla
giornata di domani dedicata ai defunti, al “dolore del distacco terreno” e alla “certezza
della risurrezione”. Il servizio di Fausta Speranza.
Elevare
lo sguardo dalle realtà terrene, scandite dal tempo, alla dimensione di Dio, la dimensione
dell’eternità e della santità. La Solennità di tutti i Santi – spiega il Papa – è
proprio l’occasione per fare questo. “Tutti i membri del Popolo di Dio sono chiamati
a diventare santi”, sottolinea il Papa che invita tutti a capire il senso dell’aggettivo
santo quando parliamo di Chiesa: “Nel Credo – spiega - la professiamo “santa”, in
quanto è il Corpo di Cristo, è strumento di partecipazione ai santi Misteri, in primo
luogo l’Eucaristia, e famiglia dei Santi, alla cui protezione veniamo affidati nel
giorno del Battesimo”. E dunque l’invito a guardare alla Chiesa in questa prospettiva:
“Siamo
dunque invitati a guardare la Chiesa non nel suo aspetto temporale ed umano, segnato
dalla fragilità, ma come Cristo l’ha voluta, cioè comunione dei santi”
Non
c’è una sola via verso la santità, afferma Benedetto XVI, spiegando però che è “unico”
il comune denominatore: “seguire Cristo e conformarsi a Lui, fine ultimo della nostra
vicenda umana”.
“Tutti gli stati di vita, infatti, possono diventare,
con l’azione della grazia e con l’impegno e la perseveranza di ciascuno, vie di santificazione.”
E
il Papa spiega che proprio “nell’orizzonte della Chiesa celeste, cui la Solennità
di tutti i Santi” ci proietta, siamo chiamati a “ricordare i nostri cari che ci hanno
lasciato, e tutte le anime in cammino verso la pienezza della vita”, nella giornata
dei defunti che non a caso segue la Solennità dei Santi. “Fin dai primi tempi della
fede cristiana, - spiega il Papa - la Chiesa terrena, riconoscendo la comunione di
tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, ha coltivato con grande pietà la memoria dei
defunti e ha offerto per loro suffragi”.
“La nostra preghiera per
i morti è quindi non solo utile ma necessaria, in quanto essa non solo li può aiutare,
ma rende al contempo efficace la loro intercessione in nostro favore”
Benedetto
XVI cita la visita ai cimiteri:
“Anche la visita ai cimiteri, mentre
custodisce i legami di affetto con chi ci ha amato in questa vita, ci ricorda che
tutti tendiamo verso un’altra vita, al di là della morte.”
E il
Papa non dimentica l’umana dimensione del pianto:
“Il pianto, dovuto
al distacco terreno, non prevalga perciò sulla certezza della risurrezione, sulla
speranza di giungere alla beatitudine dell’eternità, «momento colmo di appagamento,
in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità»”
Dopo
la preghiera mariana, in francese l’invito a mettersi in ascolto delle Beatitudini
con le quali Gesù ci insegna il cammino verso la santità. In inglese, il Papa definisce
bellissima la festa dei Santi e afferma che con la giornata dei defunti “ci parla
della bellezza della nostra fede e della gioia che ci attende il cielo con tutte le
persone care”. In tedesco, a parte un saluto particolare ai membri delConsiglio Generaledella SocietàKolpingInternational, il Papa sottolinea che “i santisono ilVangelo vivente”.In spagnolo l’invito “a contemplare l’amore
infinito di Dio”. In polacco, il pensiero “con gioia a tutti coloro che Dio
ha già introdotto nella sua gloria”, i “beati che godono della vita immortale, vedono
Dio cosi come è”. In italiano un pensiero alla ‘corsa dei Santi’:
“Un
caloroso saluto rivolgo a quanti hanno partecipato questa mattina alla “Corsa dei
Santi”, organizzata dalla Fondazione “Don Bosco nel mondo”. San Paolo direbbe che
tutta la vita è una “corsa” verso la santità: voi ci date un buon esempio! A tutti
auguro una buona festa.”