Aziende, banche e assicurazioni si rivolgono a Berlusconi per affrontare la crisi.
Intervista con Guerrini di Confartigianato
Un appello per risolvere la crisi arriva da Abi, Alleanza delle cooperative,Ania,
Confindustria, e Rete imprese Italia. Queste organizzazioni chiedono a Berlusconi
di ''verificare se ci sono le condizioni per assumere immediatamente le misure che
sono necessarie'', o di trarre altrimenti “le conseguenze nell'interesse dell'Italia”.
Alessandro Guarasci ha sentito il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini
R. – Io credo
che la politica del rinvio oggi non si possa più fare e quindi abbiamo ribadito con
toni decisi perché il momento è difficile e grave - non vorremmo che in pochi giorni
e in poche settimane si potesse vanificare lo sforzo di anni di decenni delle imprese
italiane - che questo esecutivo faccia quello che deve esser fatto. Ormai la ricetta
è conosciuta da tutti: il malato Italia ha bisogno di medicine efficaci.
D.
- Tra queste medicine ci sono anche le liberalizzazioni, secondo lei?
R. -
Come no! Io credo che se questo Paese avesse intrapreso la strada maestra dell’apertura
dei mercati e delle liberalizzazioni sicuramente non ci troveremmo nella situazione
in cui siamo. In questo Paese purtroppo esistono mercati protetti che sono in deroga
a qualsiasi confronto con il mercato ma che sia per i trasporti, per l’erogazione
del gas piuttosto che dell’acqua, sia per le società pubbliche locali, trasferiscono
le loro inefficienze nelle bollette e nelle tariffe che i cittadini e le imprese pagano.
D.
- Presidente Guerrini, lei era al Forum di Todi. Ribadisce che serve una svolta politica?
R.
– Io credo che la gravità della situazione sia tale che se uno non riesce a risolvere
velocemente i problemi che affannano il Paese deve avere il senso di responsabilità
di lasciare la mano ad altri. Penso che nella società italiana ci siano energie molto
importanti e molto positive che, in prospettiva, in momenti difficili come questi,
potrebbero assumersi le responsabilità che purtroppo, mi pare, l’esecutivo di oggi
non voglia o non possa assumersi.