2011-11-01 19:34:04

Aziende, banche e assicurazioni si rivolgono a Berlusconi per affrontare la crisi. Intervista con Guerrini di Confartigianato


Un appello per risolvere la crisi arriva da Abi, Alleanza delle cooperative,Ania, Confindustria, e Rete imprese Italia. Queste organizzazioni chiedono a Berlusconi di ''verificare se ci sono le condizioni per assumere immediatamente le misure che sono necessarie'', o di trarre altrimenti “le conseguenze nell'interesse dell'Italia”. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini RealAudioMP3

R. – Io credo che la politica del rinvio oggi non si possa più fare e quindi abbiamo ribadito con toni decisi perché il momento è difficile e grave - non vorremmo che in pochi giorni e in poche settimane si potesse vanificare lo sforzo di anni di decenni delle imprese italiane - che questo esecutivo faccia quello che deve esser fatto. Ormai la ricetta è conosciuta da tutti: il malato Italia ha bisogno di medicine efficaci.

D. - Tra queste medicine ci sono anche le liberalizzazioni, secondo lei?

R. - Come no! Io credo che se questo Paese avesse intrapreso la strada maestra dell’apertura dei mercati e delle liberalizzazioni sicuramente non ci troveremmo nella situazione in cui siamo. In questo Paese purtroppo esistono mercati protetti che sono in deroga a qualsiasi confronto con il mercato ma che sia per i trasporti, per l’erogazione del gas piuttosto che dell’acqua, sia per le società pubbliche locali, trasferiscono le loro inefficienze nelle bollette e nelle tariffe che i cittadini e le imprese pagano.

D. - Presidente Guerrini, lei era al Forum di Todi. Ribadisce che serve una svolta politica?

R. – Io credo che la gravità della situazione sia tale che se uno non riesce a risolvere velocemente i problemi che affannano il Paese deve avere il senso di responsabilità di lasciare la mano ad altri. Penso che nella società italiana ci siano energie molto importanti e molto positive che, in prospettiva, in momenti difficili come questi, potrebbero assumersi le responsabilità che purtroppo, mi pare, l’esecutivo di oggi non voglia o non possa assumersi.








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