Solidarietà con gli alluvionati della Liguria e della Toscana
In Liguria e Toscana continuano le operazioni di soccorso dopo le forti piogge della
settimana scorsa. Il bilancio è di 9 morti, si continua a scavare tra le macerie ed
il fango. In Lunigiana l’unità di crisi istituita presso il Comune di Aulla, informa
che sono stati portati viveri e medicinali con elicotteri nelle frazioni isolate di
Stadano e Parana. In Liguria si teme per una nuova perturbazione che dovrebbe arrivare
giovedì, intanto a Vernazza si cercano tre dispersi, un altro viene ricercato a Borghetto
Vara. Ieri il Papa ha espresso vicinanza alle popolazioni flagellate dalle alluvioni
mentre le diocesi hanno organizzato collette di solidarietà. Massimiliano Menichetti
ha intervistato don Franco Martini, direttore Caritas diocesana di La
Spezia:
R. – Le parole
del Papa aiutano e mostrano che tutta la Chiesa è vicino alla popolazione. Le parole
del Papa aiutano tutti, la Chiesa stessa diocesana e i volontari; hanno avuto un’eco
a tutti i livelli della popolazione.
D. - Qual è la situazione lì adesso?
R.
– C’è ancora una fase di smarrimento per i danni materiali ma soprattutto per le vittime;
anche quelli che si sono salvati si sono salvati in extremis. In alcuni paesi ci sono
ancora metri di detriti da togliere. C’è gente che ha perso tutto e che non fa altro
che piangere perché se non viene aiutata non ha futuro. Il fatto è che hanno perso
tutti gli strumenti per sopravvivere.
D. – Le situazioni più preoccupanti
in quali paesi si registrano?
R. – Monterosso… Vernazza, che per ora
si può raggiungere solo via mare o ogni tanto con la ferrovia che è stata un po’ ripristinata.
Poi Brugnato, Rocchetta di Vara che è completamente isolata. Ma c’è un’infinità di
paesini che sono ancora tutti isolati. Ci sono quelli danneggiati alla foce del Magra
ma lì non c’è l’isolamento che c’è su in montagna.
D. - Come Caritas
che cosa state facendo?
R. – Il vescovo, in primis, si sta impegnando
per il coordinamento e ha voluto lui personalmente andare in tutte le terre colpite
da questa catastrofe e avere un contatto diretto. Quello che abbiamo fatto finora
è stato mandare squadre di volontari con vanghe, carriole, stivali e mangiare da campo.
Dove possiamo ci riferiamo ai parroci, dove possiamo ci riferiamo ai sindaci. L’intervento
è vario. Abbiamo aiutato una Casa di riposo di 100 persone che era rimasta isolata.
Poi sono state fatte parecchie raccolte di viveri per le famiglie e le stiamo distribuendo.
Abbiamo aiutato il trasferimento di una casa di recupero di 16 minori che ora sono
qui a La Spezia dalle suore.
D. - Per il 6 novembre è stata indetta
una colletta proprio per fronteggiare queste emergenze. Voi avete avviato 10 progetti
dal fronte spirituale educativo a quello del sostegno, a chi ha perso il lavoro, a
chi ha avuto danneggiata la propria attività…
R. – Parecchi negozi artigianali
e commerciali e officine sono state proprio bloccate nella loro attività creando una
forma di disoccupazione estesa e c’è una grossa industria che avrebbe bisogno di molto
aiuto. Quello che preoccupa è l’accompagnamento di queste popolazioni alla ricostruzione
del tessuto spirituale ma anche della struttura economica. Gli aiuti che ci arriveranno
li indirizzeremo, in accordo con chi ce li manda, in uno o l’altro progetto. Abbiamo
bisogno di tutti e la ricostruzione durerà qualche anno. Quindi l’appello è di continuare
dove è possibile a sostenerci, seguendo i progetti che andiamo a iniziare aiutandoci
nel portarli a termine. (bf)