2011-10-31 14:26:45

Sale la disoccupazione nell'Eurozona, Italia compresa, mentre prosegue la polemica sui "licenziamenti facili"


E’ allarme disoccupazione in Italia. Secondo dati Istat il tasso di disoccupazione giovanile a settembre è salito al 29,3%, dal 28,0% di agosto. Si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche. Preoccupante la condizione delle donne: una su due in Italia non lavora, ne’ cerca un posto. Intanto è ancora polemica sulla cosiddetta norma sui licenziamenti facili. Il servizio è di Paolo Ondarza.RealAudioMP3

Disoccupazione alle stelle in Italia: il tasso relativo ai giovani tra i 15 e i 24 anni a settembre è salito al 29,3%, dal 28,% di agosto. E’ il dato più alto dal gennaio 2004. Lo rileva l’Istat in base a stime provvisorie. A settembre il tasso di disoccupazione è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto, riportandosi ai livelli del novembre 2010. Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori:

“Questi sono effettivamente dati molto preoccupanti. E’ chiaro che qui, se non c’è una ripresa economica forte, difficilmente ne usciremo”.

E se l’Italia in Europa fa registrare l’incremento maggiore dei senza lavoro, secondo solo alla Spagna, non va meglio nel resto del Vecchio Continente: stando all’Eurostat, infatti, la disoccupazione nell’Eurozona sale dal 10,1% al 10,2%; nella Ue a 27 invece dal 9,6% al 9,7%. Di fronte ad una crisi globale e alla vigilia del G20 di Cannes, l’Ocse - l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico – sollecita i Paesi membri ad adottare misure energiche per restaurare la fiducia e migliorare lo scenario globale per favorire crescita e occupazione. Ancora Costalli:

“Non è un tema solo italiano. Io credo che noi dobbiamo trovare un giusto equilibrio fra il mantenimento di un accettabile livello di garanzie per il mondo del lavoro e una necessaria liberalizzazione di tanti comparti ancora bloccati. Se non entriamo in un campo che è difficile da accettare per le organizzazioni sindacali, ma che è quello di una sana concorrenza, difficilmente ce la faremo, rispetto a mercati esterni all’Europa”.

Intanto in Italia è polemica sulla cosiddetta norma sui licenziamenti facili, tra le misure che il governo ha incluso nella lettera di intenti inviata e approvata da Bruxelles e fortemente contestata dalle parti sociali che minacciano lo sciopero generale. Il ministro del Lavoro, Sacconi, ieri ha paventato il rischio terrorismo. Oggi il sottosegratrio all’interno Mantovano ha spiegato che non c’è un allarme sulla riorganizzazione delle Br, ma che il clima è preoccupante. La leader Cgil Camusso dice ‘no’ a qualsiasi forma di protesta violenta e chiede al governo di non inquinare un clima che è già difficile. Sulla situazione sentiamo sempre Carlo Costalli:

“Sicuramente, il clima è preoccupante. Sacconi parli più di lavoro e meno di licenziamenti, e porti le parti sociali a dicutere. E allora, anche questo abbasserà la tensione”.







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